Il fenomeno politico dei «Piraten» rimane un mezzo mistero. D'accordo che in Germania (e non solo lì) le generazioni più giovani sono crescentemente insofferenti rispetto ai partiti tradizionali. E d'accordo anche che i movimenti che solitamente assorbono questa insofferenza (i Verdi e l'estrema sinistra rappresentata dalla Linke) cominciano a risentire dell'usura del tempo - in altri tempi qualcuno avrebbe detto che si stanno imborghesendo. Ma da qui a scegliere di votare in massa per un partito che non sa quel che vuole e dove collocarsi politicamente, al di là di generiche affermazioni rispetto alla necessità di maggiore libertà sulla Rete e dintorni, ce ne dovrebbe passare. Invece no. I misteriosi pirati si sono felicemente installati in 4 consigli regionali su 16 (tutti quelli in cui si sono presentati agli elettori di recente, inclusi quello della capitale Berlino e del popoloso e ricco Nord Reno-Vestfalia) e nei sondaggi elettorali su base nazionale viaggiano stabilmente sopra il 10 per cento.
Ieri la notizia. Dopo che la stampa ha deciso (anche per loro, evidentemente) che i Piraten sono un movimento vicino alla sinistra rosso-verde, il presidente del partito Bernd Schloemer ha concesso un'intervista al settimanale «Focus» per precisare che le sue simpatie vanno semmai alla CDU della Cancelliera Angela Merkel, «il partito popolare più moderno». Il perché è presto detto: «Lì c'è curiosità, interesse e apertura verso di noi».
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