«Dobbiamo scacciare i cattivi pensieri». Sembra facile ma esorcizzare l’anno orribile del calcio italiano, alias 2010, sette partite, nessun successo, sconfitta anche all’esordio del nuovo ct a Londra contro la Costa d’Avorio, non è poi così semplice. Non tanto perchè l’Estonia, classifica Fifa al posto numero 94, possa togliere il sonno agli azzurri ma perchè, come sostiene lo stesso Prandelli, «la fragilità della Nazionale è la stessa di tutto il calcio italiano». Siamo conciatissimi, insomma. E persino la nazionale baltica può procurare qualche mal di testa all’Italia attuale, uscita malconcia dal mondiale di Sudafrica, rifondata da Prandelli e nell’occasione rimasta senza Balotelli (e Buffon), con Cassano recuperato nelle ultime ore e col contributo, questo sì decisivo, del talento geometrico di Andrea Pirlo. Di questi tempi, con un solo turno di campionato nelle gambe, non è mai stato agevole per il club Italia affrontare rivali di ogni dimensione e latitudine. Proprio in Estonia, la nazionale dell’Arrigo, soffrì le pene dell’inferno per domare la ciurma locale scatenata nella corsa e approssimativa nel palleggio. Stadio minuscolo (l’Uefa certifica posti per 9.300 spettatori), erba precaria: servono capacità di adattarsi all’ambiente e concretezza, niente veroniche e voglia di consumarsi in molte corse per non lasciarsi sopraffare fisicamente. La bussola di Prandelli è completamente diversa da quella utilizzata da Lippi. Uno, il viareggino, rimase fedele all’idea del gruppo, presupposto unico ed essenziale per preparare la missione mondiale, l’altro, il bresciano, punta sul gioco e sulla qualità per venir fuori dalle curve. «La qualità è l’unica via, se non cerchi il risultato senza proporre gioco, non vai lontano. Nessun contrasto con l’idea del gruppo. Se poi il gruppo è qualcosa di granitico, con grande carattere, preoccupato di ogni nuovo ingresso, allora quel gruppo non ha futuro...» la convinzione del nuovo ct che ha il sapore di una garbata polemica riferita al precedente tabù lippiano. Per riepilogare allora all’esordio di questa sera a Tallin (ore 20.30 davanti alla tv), in un giorno diverso dal sabato canonico, si richiedono in sequenza i seguenti obiettivi: 1) centrare il primo successo dell’anno;2)migliorare la fattura del gioco che con la Costa d’Avorio ha lasciato a desiderare. Alla bisogna sono utilizzati Pirlo, al volante del centrocampo, e Antonio Cassano, restituito a uno straccio di salute e in coppia con Pazzini, la prima volta in azzurro, a dimostrazione che quella della Samp è una risorsa, nonostante la bocciatura riscossa nel preliminare di Champions league. «Cassano mentalmente è al cento per cento, nella guarigione dal mal di schiena ha contato la sua volontà. Lui ha sempre bisogno di affetto: se vede sincerità in chi glielo offre, si apre e dà tutto » l’analisi del personaggio discusso e discutibile, testimonianza di una conoscenza per niente superficiale di Fantantonio. Chiamato inoltre a cercare «l’uno contro uno» nel quale è il più forte, parole e musica dello stesso ct. Per evitare, almeno in partenza, come accadde proprio a Londra, in agosto, contraccolpi allo schieramento molto offensivo, Prandelli ha corretto il disegno tattico originale inserendo Montolivo e De Rossi come scudieri di Pirlo, chiamando Pepe e Cassano a dividersi il lavoro di sostegno e ispiratori di Pazzini.
Un solo dubbio, legato al ruolo del portiere, dove Prandelli deve scegliere tra Sirigu (quarto portiere al mondiale poi rimpatriato) e Viviano, il portiere giovanissimo del Bologna che ha già conquistato molti consensi nella serata contro l’Inter. Al resto deve provvedere il campionato appena partito con l’arrivo di un bel po’ di stelle. «Spero che nei prossimi mesi mi aiuti a trovare quei 5-6 giocatori buoni non solo per il futuro»l’auspicio del ct.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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