Pirlo rincuora Lippi e l’Italia: «Sto bene, parto»

L’appuntamento è per giovedì 24 giugno, a Johannesburg (ore 16), sede designata della sfida con la Slovenia, terza e ultima prova del girone di qualificazione degli azzurri, forse decisiva, forse no, nella migliore delle ipotesi. Andrea Pirlo è un tipo di poche parole ma puntualissimo: se prende un impegno lo rispetta da bresciano doc. E adesso a poche ore dalla partenza per il Sudafrica sottoscrive l’impegno in modo pubblico e solenne. «Parto, sto meglio» è la sintesi del suo ragionamento non molto lungo e neanche molto approfondito. Buono per la terza, allora, dopo aver smaltito l’insulto muscolare al polpaccio sinistro secondo il piano di recupero definito con i medici della Nazionale e messo a punto dal fisioterapista di fiducia che nelle ultime ore si è occupato del muscolo lesionato nella serata di Bruxelles. «Sto meglio e parto» continua a ripetere con un filo di voce Andrea Pirlo dopo aver riferito la stessa sicurezza nel colloquio telefonico con Lippi e con gli altri esponenti del club Italia che lo hanno interpellato prima del «rendez-vous» della Malpensa.
Nella valigia di Pirlo, oltre a qualche maglione di lana, un paio di preoccupazioni che non riguardano la sua salute. Semmai quel maledetto pallone leggero, dannazione dei portieri ma anche degli specialisti su punizione, e poi l’abitudine all’altura, pagata a caro prezzo un anno prima, nel corso della Confederation Cup. «Ci presentammo senza la giusta concentrazione psicologica» è la spiegazione postuma di Pirlo che nelle settimane precedenti al raduno di Sestriere ha svolto, inutilmente, un altro ruolo. Quello di diplomatico per provare a convincere Alessandro Nesta sull’opportunità di seguire l’Italia in Sudafrica. «È l’unico azzurro che avrei portato al mondiale anche a mie spese» la battuta di Pirlo che non ha mai negato d’aver svolto una moral suasion nei confronti del fuoriclasse romano. Con Nesta aggiunto a Buffon, sarebbe stato possibile ricostruire il famoso muro di Berlino. «Ho fatto di tutto per convincerlo» è la sua sicurezza. Nesta si è arreso anche alla scaramanzia: appena ha cominciato ad esaminare l’eventualità di aderire all’appello azzurro, si è prodotto un infortunio. «Sono proprio negato per la Nazionale» è stata la sua conclusione amara.
Pirlo è pronto a partire, sta meglio e non è ancora disposto a lasciare l’eredità azzurra a qualche giovanotto di discreto avvenire, tipo Riccardo Montolivo destinato a sostituirlo contro Paraguay e forse Nuova Zelanda.

«Non ho nessuna intenzione di cedere il passo» è la sua frase sibillina: come dire invece di lasciare raddoppia, convinto di poter tornare utile anche a Prandelli come accadde nella sfida inaugurale del mondiale di Germania. Fu la sua scudisciata a piegare la resistenza del Ghana e a lanciare la volata verso Berlino.

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