Roma

Piromani in azione, Castelfusano a fuoco

Stefano Vladovich

Una strategia criminale per devastare la pineta. E la Procura antimafia torna a indagare su Castelfusano. A cinque anni dal rogo che ha incenerito 380 ettari della Riserva Statale i piromani ci riprovano. Sette focolai appiccati in tre ore hanno messo a dura prova uomini e mezzi del sistema di tutela del parco pubblico più vasto della capitale. Ieri mattina le condizioni ideali per innescare un incendio di vaste proporzioni, da Sud a Nord, secondo la direzione della sciroccata che ha investito la costa laziale. Identiche le condizioni di quel maledetto 4 luglio 2000 quando una serie di inneschi piazzati ad arte svilupparono una barriera di fuoco che tagliò in due la Cristoforo Colombo e arrivò fino a Ostia Antica. Ieri a evitare il peggio, l’elicottero della Protezione Civile con 35 lanci di acqua. Stremati gli uomini del 115, del servizio giardini del Comune di Roma, del Corpo Forestale. «Abbiamo avvistato la prima colonna di fumo alle 10.05 - spiega il coordinatore della Protezione Civile, architetto Giovanni Fasano - nella zona «Bella Signora». È l’area più a rischio di tutta Castelfusano, la prima a essere attaccata dagli incendiari». A pochi passi dalla vasca di raccolta dell’acqua (sabotata due anni fa) il «vuoto» nella boscaglia di pini e farnie secolari provocato dal «grande fuoco» dell’anno del Giubileo. Altri metri ancora e si arriva al maneggio investito in pieno dalle fiamme e in cui morirono cavalli e cani. Almeno 5 le autobotti impiegate ieri anche se in alcuni casi, come sui campi circostanti il canale dei Pescatori, gli uomini del 115 non hanno potuto usare acqua. «I tubi attaccati alle bocchette non sono lunghi abbastanza - spiegano i ragazzi della squadra 13A -, così abbiamo utilizzato delle frasche tagliate ai bordi della strada». Il lavoro del gruppo interforze ha funzionato a dovere. Soddisfatta Patrizia Cologgi, direttore della Protezione Civile del Campidoglio: «Il vento di oggi (ieri, ndr) è certo un fattore favorevole alla propagazione degli incendi. Grazie al coordinamento e al sistema di monitoraggio sono stati individuati e spenti in poco tempo. La visione del fumo dall’alto non lascia dubbi. Il disegno e la successione dei focolai delinea una strategia precisa, molto probabilmente criminale». Origine dolosa su cui pare non abbiano dubbi nemmeno i rangers della Forestale che nel pomeriggio hanno cominciato i rilievi scientifici di rito. «Rafforzeremo ancora la vigilanza - incalza Angelo Bonelli, assessore regionale all’Ambiente -. Abbiamo un numero verde (800-940918) attivo 24 ore su 24 cui telefonare per segnalare principi d’incendio ed eventuali sospetti». Sul caso la Dda, Direzione Distrettuale Antimafia, avrebbe aperto un nuovo fascicolo.

Gli inquirenti avrebbero trovato elementi comuni fra gli inneschi recuperati nell’estate 2000 e quelli del 2003 quando venne arrestato un piromane.

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