Marzia Paolucci
da Roma
Sanatoria o logica applicazione della legge Bossi-Fini? Cè da intendersi sui termini del nuovo scontro al vertice degli schieramenti che sta sollevando il secondo decreto flussi varato dal Consiglio dei ministri per lingresso di altri 350mila immigrati.
Se infatti il ministro dellInterno Giuliano Amato difende quella che ritiene «unapplicazione rigorosa della Bossi-Fini» non escludendo larrivo, se necessario, di nuovi decreti, per il suo predecessore e oggi senatore di Forza Italia, Giuseppe Pisanu, la questione è ben altra. «La sanatoria dei 350mila clandestini e labolizione di fatto dei respingimenti alla frontiera faranno dellItalia il paese più aperto ai flussi migratori e alle organizzazioni criminali che li sfruttano spietatamente», dichiara, fuor di fraintendimenti, uno dei ministri trasversalmente più apprezzati del governo Berlusconi. Allattuale governo, lex ministro addebita diversamente da altri Stati europei un gioco inverso nel Risiko delle politiche dimmigrazione: «Politiche severe per bloccare limmigrazione clandestina e controllare quella regolare in ogni parte dEuropa mentre noi facciamo lesatto contrario, esponendoci oltretutto alle inevitabili recriminazioni della Ue che ci vede come un varco spalancato per lintero continente».
E conclude chiedendo espressamente un confronto alle Camere: «Il governo venga in Parlamento a rendere conto di queste incaute decisioni e dei suoi ulteriori propositi in materia di immigrazione». Già, perché allo scadere dei primi cento giorni di governo, limmigrazione come la conosciamo dal 2002, anno di entrata in vigore della Bossi-Fini, è già nella wishing list della maggioranza di governo. E mentre il centrosinistra pensa a come metterci mano, Alleanza nazionale che dellattuale legge ha fatto con la Lega uno dei punti donore della scorsa legislatura, mette il veto.
Giampaolo Landi, responsabile nazionale Immigrazione del partito di Fini taccia il provvedimento come «sanatoria in piena regola in controtendenza rispetto a tutti i paesi europei con gravi conseguenze per la credibilità del nostro paese». Per il dirigente di An che parla di «tsunami di clandestinità», nel partito cè più di un punto di contrarietà al via libera governativo: «LItalia torna a essere lapprodo naturale di masse di migranti, fittizie almeno il 50 per cento delle domande presentate con datori di lavoro di comodo adeguatamente prezzolati per il loro favore e sicuri di farla franca per lassenza di reali controlli». E anche il costo del lavoro italiano non aiuta a pensare positivo: «Troppo alto: il piccolo imprenditore non ha convenienza a mantenere nella propria attività il lavoro degli extracomunitari. Avremo clandestini regolarizzati ma licenziati». Prefigura scenari da brivido anche Isabella Bertolini, deputata di Fi e relatrice della legge Bossi-Fini: «I 350mila immigrati diventeranno oltre un milione, come minimo, nel giro di pochi mesi in virtù degli automatici ricongiungimenti familiari che chiederanno». Nellesecutivo, lopposizione trova una breccia nelle parole del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, schierato contro i decreti flussi: «Una politica di finzione che produce solo illegalità».
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