Pisanu: non è vero che i clandestini sono tutti criminali

Il ministro in Parlamento: «Ho sempre denunciato i rischi legati agli irregolari, che devono essere rimpatriati»

Emanuela Fontana

da Roma

Non esistono misure improvvisate, ma un lento lavoro svolto «in maniera adeguata» per continuare in una «strategia di prevenzione e contrasto». Nel giorno in cui la Lega ha depositato alla Camera una proposta di legge per imporre la castrazione chimica nei confronti degli stupratori dopo le violenze di Bologna e Milano, il ministro dell'Interno Beppe Pisanu risponde smorzando i provvedimenti «sterzate». Chiama così il ministro, nel suo breve discorso a Montecitorio, quelle proposte a caldo, al di fuori di un programma di reale contrasto all’immigrazione. Un piano partito già da tempo, come ha ricordato in aula il titolare del Viminale, sottolineando di aver denunciato già in passato «i rischi» dell’immigrazione clandestina. «Ma, prima ancora - ha aggiunto - mi ero preoccupato di adottare una strategia di prevenzione e contrasto, assicurando le risorse necessarie». La battaglia all’irregolarità, ha detto sostanzialmente Pisanu, parte a monte. Il discorso è stato quindi meno duro che in altre occasioni: il ministro doveva rispondere alla Lega e riportare la discussione nel terreno delle strategie: «L’equivalenza tra immigrazione clandestina e criminalità - ha quindi sottolineato - non ha fondamento e non può avere ascolto in un Paese civile come il nostro». Insomma non trattiamo gli stranieri come dei criminali. Il risultato è stato un ampio apprezzamento politico ma un risentimento della Lega, che chiede un ritorno al rigore e «al programma»: «Pisanu deve essere più preciso - lo interpella Domenico Dussin, vicecapogruppo a Montecitorio - e deve capire che uno dei capisaldi del programma elettorale che ha fatto vincere la Cdl era la sicurezza. Capisco che ogni tanto deve fare l'equilibrista e il garantista, ma ci aspettiamo da Pisanu un'accelerazione».
L’irregolarità non è sostenibile, ha detto comunque Pisanu alla Camera: «Sia chiaro a tutti che in Italia si può immigrare solo stando alle norme interne e internazionali: chi intende violarle deve sapere che, prima o poi, verrà raggiunto dalla forza dello Stato». Uno dei provvedimenti già collaudati e «fondamentale» è quello dell’espulsione: «Viene usato con crescente efficacia», ha aggiornato il ministro, e fa parte «di un articolato dispositivo di sicurezza, che non è opportuno sottoporre a sterzate improvvise nonostante i fatti gravissimi come l’omicidio di Varese e gli stupri di Milano e Bologna». Crimini «che sono stati peraltro immediatamente puniti, a conferma dell’efficienza dei dispositivi di sicurezza».
Il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, firmatario della legge sulla castrazione chimica, non si convince: ci sono numeri, forniti dallo stesso Pisanu poche settimane fa, dice Calderoli, «che dimostrano il contrario. Il 30,84% dell’attuale popolazione carceraria è composta da extracomunitari quasi tutti irregolari».

Ma i commenti, da maggioranza e opposizione, sono tutti di apprezzamento: per Alberto Di Luca, presidente del comitato Schengen Europol Immigrazione, l’intervento di Pisanu alla Camera «è un deciso stop alle posizioni estremistiche e demagogiche presenti in entrambi gli schieramenti». Antonio Di Pietro commenta dicendo che «finalmente c’è buon senso nella Cdl», per il presidente della provincia di Milano Filippo Penati sono state «parole equilibrate e interessanti, se ne tenga conto anche a Milano».

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