Pisanu: «Sull’Italia minaccia incombente»

Marianna Bartoccelli

da Roma

«Di fronte ad una minaccia incombente» il Consiglio dei ministri vara il pacchetto sicurezza con l’accordo di tutta la Cdl e incassa l’approvazione «in linea di massima» dell’opposizione. «La minaccia terroristica è incombente tutti i giorni, quindi le misure di prevenzione non si pongono obiettivi temporali» ha spiegato il ministro Pisanu a margine della conferenza stampa di presentazione del decreto legge approvato, tenuta con il premier Silvio Berlusconi, il ministro Guardasigilli Roberto Castelli e il capo della Farnesina, Gianfranco Fini. «Abbiamo un livello di allerta alto come tutti i Paesi europei dopo i tragici fatti di Londra» ha ribadito Pisanu che ha spiegato come il pacchetto approvato guardi lontano: «I terroristi islamici hanno la memoria lunga, lanciano minacce e le portano a termine anche dopo molto tempo. Bisogna prepararsi ad affrontare anche il peggio e moltiplicare gli sforzi di prevenzione».
All’accusa di aver perso tempo, mossa dall’opposizione, ha risposto il premier: «Una materia così delicata meritava tutti gli approfondimenti del caso». E ha lanciato un appello al centrosinistra per «un lavoro unitario», aperto al contributo di tutti in Parlamento per il varo delle misure antiterrorismo. «Questa lotta ci deve vedere uniti» ha ribadito. Ed è proprio in nome del clima di unità nazionale che i ministri hanno scelto lo strumento del disegno di legge per dar vita a una procura antiterrorismo, su cui l’Unione ha già presentato un disegno di legge. «Nei prossimi giorni - ha spiegato il presidente del Consiglio - verrà presentato un testo che, insieme a quello dell’opposizione potrà avere un itinerario privilegiato in Parlamento». Per Berlusconi lo strumento del disegno di legge per la procura antiterrorismo («una procura ad hoc non una superprocura» ha spiegato il ministro Castelli) è una buona formula per mantenere il confronto aperto con l’opposizione: «Approfitteremo delle proposte e dei suggerimenti del centrosinistra» ha garantito, puntando il dito contro quell’informazione che «parla di divisioni anche dentro il governo».
I 19 articoli del dl sulla sicurezza sono «il risultato di un lavoro collettivo» ha sottolineato il ministro dell’Interno, che ha voluto anche evidenziare come non si tratti di provvedimenti speciali: «Si rendono più chiare, più cogenti, più efficaci le norme esistenti». E nell’illustrare i contenuti del pacchetto ha evidenziato come siano state accolte le proposte di ogni componente della Cdl. Dalle deroghe in materia di spese che il ministro può concedere in caso di emergenza al capo della Polizia, all’introduzione nel codice penale della definizione di «atto terroristico», già adottato in sede internazionale; dalle norme per il congelamento dei beni di persone sospette, al prelievo forzoso della saliva per il Dna; il pacchetto Pisanu non ha trascurato alcun aspetto della lotta al terrorismo. Verrà anche potenziato il personale con elevata professionalità e nello stesso tempo sono state «date direttive sulla mobilità del personale per dismettere professionalità obsolete» ha concluso Pisanu.
Oltre al ministero dell’Interno le norme del pacchetto interessano l’attività di altri ministeri: alla Giustizia, all’Innovazione tecnologica e agli Esteri. Viene anche ipotizzata una «task force mista» tra polizia, Guardia di finanza e carabinieri. Sia il premier sia il ministro Pisanu si sono detti soddisfatti di essere riusciti a varare il pacchetto in tempi così celeri: «È un paradosso sostenere che le nostre misure contro il terrorismo sono intempestive - ha detto Pisanu -. Il governo inglese, pur sotto la minaccia che ben sapete presenterà i decreti a settembre».

Alle accuse della sinistra radicale di voler varare delle norme restrittive della libertà ha risposto il presidente Casini, ospite ieri pomeriggio alla Versiliana: «Credo che le anime candide preoccupate di piccole restrizioni della libertà debbano comprendere che conviviamo con il terrorismo, nemico permanente e invisibile. Dovremo fare tutti dei sacrifici, abituarci ad avere forse un po’ meno di libertà purché si garantiscano esigenze collettive di sicurezza».

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