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Pisapia, case ai compagni abusivi E chi deciderà sui bandi? Dario Fo

A parole il sindaco Giuliano Pisapia dà il bacio di Giuda al popolo di Macao («È stato occupato un grattacielo privato, la questione non riguarda il Comune ma le forze dell’ordine»). Ma nei fatti cerca casa agli abusivi. Aleggia questa sensazione dietro al sopralluogo di ieri del sindaco, sia alla Fabbrica del Vapore sia alla Casa degli artisti a Porta Garibaldi. Due possibili sedi alternative per gli occupanti della torre Galfa. «Sì, per loro e per tutti i giovani che portano idee e cultura in città».
In realtà il lavoro per mappare gli stabili comunali non utilizzati da mettere a disposizione di associazioni e cooperative va avanti da mesi, da prima dell’incursione di quelli di Macao nella torre di Ligresti. Tuttavia solo ora sembra chiara la volontà di prendere in mano la situazione sul serio, cambiando metodo.
Davanti a una giunta spaccata sull’occupazione sì - occupazione no, Pisapia impugna le redini, più o meno. «Probabilmente c’è stata poca coesione tra i vari assessorati che lavoravano bene ma separatamente - lancia una frecciata ai suoi - Mi è sembrato giusto quindi che fosse il sindaco ad accentrare l’organizzazione assumendosi la responsabilità di una valutazione in caso di bisogni diversi dei singoli assessori».
Come intende procedere il sindaco? Innanzitutto formando una commissione composta da personalità di altissimo livello, «anche di diversa collocazione politica ma che hanno a cuore il futuro della cultura in città». Per ora c’è solo un nome sicuro: Dario Fo. Sì, proprio quello che pochi giorni fa ha spronato gli «artisti» di Macao a non mollare davanti alle minacce di sgombero. Cominciamo bene.
Poi si intende procedere «nella legalità», con un bando pubblico, a cui ovviamente potranno partecipare anche i giovani della torre Galfa, per assegnare gli spazi comunali. Si pensa ad agevolazioni sull’affitto delle aree per i vincitori del bando, in cambio di un impegno a ristrutturare le sedi, ma per ora si tratta solo di ipotesi.
Va bene le proposte per il futuro, ma per ora nella giunta arancione nessuno ha chiesto esplicitamente lo sgombero del grattacielo. Eccezion fatta per il capogruppo del Pd Carmela Rozza, la linea sembra ben chiara. Addirittura i consigliere Carlo Monguzzi (Pd) propone che il grattacielo di Ligresti diventi una torre «di transito». «Il Comune -spiega - dovrebbe chiedere al proprietario di lasciarne l’usufrutto temporaneo a chi fa arte per dare al Comune il temp di trovare altri spazi».
A chiedere lo sgombero a gran voce sono invece i partiti del centrodestra. La Lega di Palazzo Marino sta anche preparando una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo, che nei giorni scorsi ha frenato l’ipotesi sgombero.

«Non possiamo permettere - spiega il leghista Alessandro Morelli - che il presidente del consiglio giustifichi l’illegalità. Dovrebbe rappresentare tutti. Se Rizzo vuole sostenere una posizione personale faccia pure, ma non lo faccia dalla poltrona su cui siede». Anche il Pdl continua a chiedere l’intervento del prefetto.

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