Qualcuno, armato di buon senso, prova a fare presente che è difficile considerare emolumenti tra i due e tremila euro (lordi) alla stregua di stipendi doro. Ma sono richiami che non placano la furia dei duri e puri della sinistra radicale nei confronti di Giuliano Pisapia, che ad un mese appena dalla sua elezione a sindaco di Milano sperimenta sulla sua pelle come sia difficile accontentare tutti. Nel caso specifico, è la decisione di Pisapia di assumere a Palazzo Marino una serie di esterni - quasi tutti legati al suo entourage elettorale - a sollevare le ire di parte di quel popolo della Rete che tanta parte ha avuto nella sua battaglia vittoriosa contro Letizia Moratti. «Il vento a Milano è sempre lo stesso: puzza», tuona Alberto Biraghi, uno tra gli attivisti più in vista della campagna pro-Pisapia e ora capofila dellesercito dei delusi.
Uno dei blog di riferimento è Qualcosadisinistra, ospitato sul sito enricoberlinquer.it. É qui che a partire da venerdì scorso viene dato il là ai messaggi di protesta per le nomine decise dalla Giunta municipale. «Come spiegare ai centinaia di precari del Comune che aspettano il rinnovo del contratto e a chi ha creduto nel vento nuovo a Palazzo Marino lassunzione di otto esterni tutti nel giro di partiti e comitati che hanno portato allelezione dellattuale sindaco? Qui cè gente che campa con 900 euro al mese (se è fortunata), lavora e fa anche gli straordinari, e poi si vede scavalcare dagli amici del nuovo assessore, i quali magari sono meno titolati di lui che ha una laurea e un master, e lunica differenza con loro è che non ha leccato il culo al piccolo satrapo di partito che ora ha un ufficio a Palazzo Marino».
Da quel momento in poi è unalluvione: «Non appena entrano nella casta, diventano tutti sanguisughe», «Allora è vero
siete tutti uguali
ma noi ci siamo rotte le palle, penso che bisogna preparare i forconi», «Non se ne esce da questa fogna! Altro che Pisapia il comunista». Ci sono gli increduli, «no Pisapia
ma perchèèèèè
se fosse vero che delusione, tutti uguali», «spero solo che Pisapia renda conto qui anche su Facebook di queste porcate, cosi come si è fatto vivo in campagna elettorale!». E via di questo passo, con anche qualche concessione alla scurrilità.
Lui, il sindaco, probabilmente laveva messo nel conto: tantè vero che ieri in unintervista a Repubblica liquida la faccenda con una battuta secca, «rivendico il diritto ad avere nel mio staff persone con cui ho un rapporto fiduciario», limitandosi a garantire che «saranno molti meno e costeranno meno che nello scorso mandato». Lincantesimo tra il sindaco e una parte (piccola ma non irrilevante) del suo elettorato sembra essersi rotto a tempo di record.
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