Per Pisapia paga il pizzo un negoziante su cinque. Ma i conti non tornano

Allarme del Comune: usura in crescita. L’Unione del commercio smentisce il sindaco: "Esagera, Milano non è Siracusa". Il Pdl: "Soliti toni apocalittici". Controlli su Expo, Gallera (Pdl): "Alla prima gara presentato un ribasso del 42%)

Per Pisapia paga il pizzo un negoziante su cinque. Ma i conti non tornano

I reati di mafia in Italia «sono 1.300 al giorno, in pratica uno al minuto». E a Milano «un negoziante su cinque subisce il pizzo, l’usura in città sta aumentando». Ha usato toni allarmistici - e subito rispediti al mittente dai commercianti - il sindaco Giuliano Pisapia due sere fa, alla presentazione del libro «Senza padrini» sulla criminalità organizzata. Ci sono «segni di ottimismo, ma anche di sano pessimismo e realismo - ha esordito - se noi non contrastiamo e poniamo paletti per evitare ulteriori infiltrazioni nel nord del Paese, nell’hinterland e in Expo ne finiremo sconfitti». Poche ore prima, in consiglio comunale, a sollecitare regole più trasparenti per la manifestazione del 2015 era stato il consigliere del Pdl Giulio Gallera. In aula l’esponente ha chiesto «un intervento urgente del sindaco» sull’affidamento della gara per i lavori di rimozione delle interferenze sul sito Expo che al momento vede in testa alla graduatoria una società che ha presentato un ribasso del 42,8%. Una gara bandita dalla società di gestione per oltre 90 milioni. «Di fronte a ribassi di questo genere o chi ha fatto il bando ha sbagliato i conti o ci sono imprese che forse usano possibilità di far quadrare i conti che altre non hanno, occorre la massima attenzione, è la prima gara peraltro e non si deve dare un’impronta sbagliata ma partire con regole chiare» ha affermato Gallera. Pisapia assicura che le assegnazioni future di Expo non seguiranno questo criterio, si impegna a «eliminare le gare al massimo ribasso».
Alla presentazione del libro anti-mafia, Pisapia ha ammesso invece che Milano «non sarà in grado di cambiare registro» su «uno dei problemi più grossi». Gli enti locali «in troppi casi non pagano i fornitori, i ritardi arrivano fino a 2 anni, si sfrutta la debolezza dell’impresa». Ma anticipa che, sempre «colpa dei tagli», il Comune non potrà farne a meno. Pisapia conferma. Si riferisce a un recente rapporto della Dia quando lancia l’allarme pizzo in città, il fenomeno per cui un commerciante su 5 sarebbe vittima degli strozzini e la sensazione che «l’usura in città stia aumentando». Un allarme che però non viene registrato dall’Unione del commercio. L’esponente dei commercianti Simonpaolo Buongiardino frena, «non abbiamo segnali di questo tipo, vero che c’è ritrosia a denunciare ma francamente non abbiamo la sensazione che il pizzo in città sia diffuso nè in aumento». Anche Giorgio Montingelli, delegato per il territorio dell’Unione, è sbalordito: «Un negoziante su 5 vittima del pizzo? Non ci credo e mi sembra francamente eccessivo, Milano non è Siracusa».

Anche per la deputata Ue Lara Comi «Pisapia continua a usare assurdi toni apocalittici su Milano. Dopo la lagnanza ormai quotidiana sul bilancio, ora tira in ballo la mafia e dipinge una città dove impera il pizzo, manco fossimo in Sicilia o in Calabria».

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