Piso: «Polmoni e gambe per vincere col Pdl nel Lazio»

«È una bella gatta da pelare, ma anche un incarico molto gratificante». Così, d’istinto, Vincenzo Piso commenta la sua recente nomina a coordinatore regionale del Pdl nel Lazio. «Ho accolto la notizia con soddisfazione - aggiunge - però sono consapevole di quante responsabilità si porti dietro in un momento così delicato».
A cosa si riferisce?
«Stiamo cercando di chiudere tutte le liste, di risolvere le varie diatribe che sono nate intorno ai nomi dei candidati per le amministrative. Ci aspettano decisioni importanti, come quella di chi far correre per la poltrona di sindaco di Guidonia, la terza città più grande della regione».
E il suo ruolo in questo processo?
«Sto girando in lungo e in largo per individuare i problemi e le esigenze del territorio. Arrivo in corso d’opera, sto provando a destreggiarmi in un quadro che era già avviato. E ho avuto modo di trarre alcune conclusioni».
Quali?
«Per esempio che nei piccoli comuni di provincia ci sono dinamiche ben diverse rispetto alla grande città. Il voto di opinione ha meno forza traente, conta molto il rapporto diretto che gli amministratori hanno con chi fa politica, si instaura un forte legame fiduciario. Pertanto è fondamentale badare ai dettagli, fare le scelte giuste».
Ha già capito cosa le servirà per essere un buon coordinatore?
«Sicuramente polmoni e gambe, grande pazienza e capacità di movimento. Senza dimenticare un forte senso della squadra: rappresento la figura apicale in un team, mi impegnerò a dare la giusta rilevanza al lavoro svolto dai coordinatori provinciali. Sono loro che mantengono i legami con il territorio e da loro possono venir fuori indicazioni precise su quelle che sono le effettive necessità della gente».
Finora abbiamo parlato del brevissimo periodo. Superato questo primo scoglio, su che cosa si concentrerà?
«Penseremo a preparare al meglio le elezioni regionali, un appuntamento importantissimo per noi. Credo che Marrazzo abbia clamorosamente fallito come presidente e lo dimostra in maniera palese il livello che ha raggiunto il Lazio su tre assi fondamentali: sanità, trasporti e smaltimento dei rifiuti. Siamo messi veramente male, serve un cambiamento».
È facile dedurre che lei veda nel Pdl l’unica soluzione possibile.
«Tanto per cominciare abbiamo un’omogeneità interna maggiore, che è una delle nostre armi vincenti. In più ci stiamo impegnando per trovare la migliore amalgama possibile. Vero è che dobbiamo far coabitare due strutture partitiche forti come Alleanza Nazionale e Forza Italia, ma è un compito che non può rimanere sulla carta».
Dalla Regione passiamo al Campidoglio. Come giudica i primi dodici mesi di Alemanno con la fascia da sindaco?
«Direi che è riuscito a dare risposte strategiche notevoli, i cui effetti si vedranno nell’immediato futuro. Mi riferisco alla capacità di far fronte alla crisi finanziaria del Comune, ai provvedimenti forti sul fronte della sicurezza e anche alla legge su Roma Capitale. Ora occorre prendere ancora meglio le misure sull’ordinaria amministrazione, che poi è quella che fa la differenza per la qualità della vita dei cittadini. Passi in avanti ne ha già fatti, penso ad esempio al riassetto delle aziende dei trasporti o alle risorse vere che sono state trovate per prolungare le linee della metropolitana. Non come Veltroni».
Per quel che la riguarda pensa che continuerà a essere etichettato come un uomo di An?
«In verità da quando sono diventato coordinatore non me l’ha detto mai nessuno, ma forse perché la nomina è recentissima. Sono orgoglioso della mia storia, però credo di avere una maturità tale da non rendere questo retaggio ingombrante o penalizzante per chi viene da un altro tipo di tradizione politica».
Un’ultima cosa: è innegabile che la sua sia una figura in ascesa.

Dove le piacerebbe arrivare?
«Chi mi conosce sa che sono un uomo di squadra, non amo pormi obiettivi di carattere personale. È stata questa mia caratteristica a permettermi di accedere a ruoli importanti. Farò il possibile per continuare a dimostrare il mio valore, poi vedremo che cosa accadrà».

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