È un bronzo, ma vale un oro. Perché la prima medaglia azzurra ai Giochi di Vancouver è l’impresa che non ti aspetti, è il sogno che diventa realtà. L’Italia sale per la prima volta sul podio canadase grazie alla sfrontatezza di Alessandro Pittin, scricciolo di 20enne di Tolmezzo, 155 centimetri per 50 chili di peso. Alessandro è la zampata che attendi ma non annunci, senza proclami, senza aspettative, senza troppe tensioni, com’è giusto che sia per un ragazzo di soli 20 anni. In una disciplina, la combinata nordica, dove i colori azzurri hanno sempre vissuto all’ombra, la luce arriva da questo ragazzino, ottimo dal trampolino, formidabile nei 10 km di fondo a inseguimento.
«I salti saranno decisivi» andava ripetendo tra sé e sé Alessandro nei giorni passati. Ed è dal trampolino che il giovane di Tolmezzo ha costruito il proprio successo. Meticolosissimo nel prepararsi al fuso orario di Vancouver (9 ore in meno rispetto all’Italia) ancor prima di sbarcare a Vancouver, Pittin compie un piccolo passettino verso il podio già nel trampolino dove chiude al sesto posto. Parte 48 secondi dopo il primo, ma dopo i primi due chilometri è già nel gruppetto dei migliori. Ha 20 anni ma gareggia come uno che la sa lunga. Corre senza responsabilità, non è appesantito dalla pressione di chi deve vincere a tutti i costi, e si vede. Non si lascia intimorire dagli avversari, fa a sportellate in più di un’occasione per non perdere la posizione.
«Non ero al meglio», spiegherà al termine. Eppure la sua gara è tatticamente perfetta. Veleggia sereno nel cuore del gruppetto giusto, si fa trascinare dagli altri, sempre tra la quarta e la settima posizione. Meglio una gara con la testa che di testa. La scelta è azzeccatissima. Arranca un poco quando Kobayashi prova l’allungo ma è stupendo nel risalire posizioni su posizione nell’ultimo strappo. Si presenta al secondo posto sul rettilineo finale, il francese Lamy Chappuis lo passa e va a prendersi l’oro ma Alessandro fa festa lo stesso.
Ha fame di vittorie e le sue parole tradiscono questo appetito da campione. «Non me l’aspettavo - si schernisce l’azzurro al termine della gara -: non mi sentivo al top e dopo dei bellissimi salti, nel fondo ho un po’ faticato. Poi nell’ultimo giro sono andato “a tutta”, spinto anche dall’incitamento del pubblico». Giovedì ha compiuto 20 anni, il suo allenatore aveva pronosticato festeggiamenti per ben altri motivi, Alessandro è stato di parola. «Ho fatto una bella gara anche se non ero al massimo, sono stato dietro per non faticare, meglio così perché nel finale sono riuscito a dare tutto.
Le altre gare? Per un paio di giorni voglio godermi questo risultato incredibile, ottenuto contro tutti i più forti».
E chissà che questo scricciolo, che tifa Valentino Rossi e che passerebbe tutta l’estate al mare, non ci prenda gusto.
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