Letizia Moratti li cita uno per uno, si scusa se ha dimenticato qualche nome. Sono i suoi supporter, la squadra di uomini e donne che, per primi, hanno dato ladesione al Comitato promotore della candidatura del ministro dellIstruzione a sindaco. Ci sono (come è prevedibile) numerosi esponenti del mondo dellimpresa ma anche della cultura e dello spettacolo, e la presenza di ambienti così diversi ed estranei alle segreterie di partito è la ragione per cui Letizia Moratti ha voluto una sua lista civica «concordata con i partiti ma che possa dialogare al di là».
A sorpresa cè anche la firma della scrittrice Fernanda Pivano. «Come donna e come anarchica voglio aiutare una donna a diventare per la prima volta sindaco di Milano» è louting della critica letteraria on the road. Tra i nomi dellelenco il sociologo Francesco Alberoni, gli attori Giorgio Albertazzi, Renato Pozzetto, Teo Teocoli. «Sono un amico di famiglia, desidero dare una mano a una persona amica che mi è vicina» dice il noto comico che vanta già una certa consuetudine con la politica milanese, grazie alle imitazioni regalate al sindaco Gabriele Albertini con i suoi boxer in cachemire.
E poi cè lo psicologo Claudio Risè, gli stilisti Sergio Tacchini e Marialuisa Trussardi, lex rettore della Bocconi, Carlo Secchi, gli industriali Federico Falck e Sergio Dompè, ex uomini di vertice in Confindustria come Stefano Parisi e Michele Perini, esponenti vicini alla Compagnia delle opere quali Massimo Ferlini e Antonio Intiglietta, qualche politico non (o non più) partitico come il riformista Giampiero Borghini, il socialista Ugo Finetti, lassessore alla Cultura, Stefano Zecchi. «È probabile che saranno anche la base per qualche candidatura della lista civica» commenta il vice coordinatore regionale, Maurizio Bernardo.
Lista civica che, come è noto, pur essendo stata accettata, non scatena grida di giubilo collettive allinterno dei partiti e in particolare di Forza Italia, che teme di perdere voti. la coordinatrice regionale, Mariastella Gelmini, rassicura: «Puntiamo al trenta per cento, la lista civica è solo un di più». E il capodelegazione azzurro in giunta, Bruno Simini, ricorda che si tratta di un risultato già raggiunto e confermato da pochi mesi, alle regionali dellaprile scorso: «È un patrimonio straordinario e recentissimo, segno che i milanesi, al di là delle critiche, hanno capito e apprezzato la qualità del lavoro fatto».
Alle prossime comunali è in arrivo unaltra novità, un po sulla scia della candidata a essere il primo sindaco donna di Milano. Per le amministrative saranno adottate le quote rosa. «Almeno il 30 per cento delle candidature saranno femminili», assicura Mariastella Gelmini.
Pivano: «Come anarchica voglio una donna sindaco»
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