«Placanica sparò per legittima difesa»

«Placanica sparò per legittima difesa»

Il carabiniere Mario Placanica, che al G8 di Genova uccise Carlo Giuliani che gli stava tirando contro un estintore, agì per legittima difesa: lo ha stabilito la Corte Europea dei diritti dell’uomo. I giudici di Strasburgo hanno quindi condiviso il giudizio della magistratura italiana su come si sono svolti i fatti inerenti la morte del ragazzo colpito mentre stava scagliando un estintore contro la camionetta dove erano assediati due carabinieri in piazza Alimonda.
Secondo la sentenza, il militare che sparò a Giuliani non è ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e dei suoi colleghi. La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l’Italia avrebbe dovuto svolgere un’inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico. Per questo i giudici hanno stabilito che lo Stato dovrà risarcire 40.000 euro ai genitori di Carlo Giuliani. Infine i giudici di Strasburgo hanno ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell’articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo.
La decisione della Corte Europea è stata accolta con soddisfazione dal presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri che parla di «un’importante conferma della reale dinamica dei fatti. A distanza di oltre otto anni da quei momenti che videro due ragazzi protagonisti di un evento tragico, mi auguro che questa sentenza possa mettere fine a ogni sorta di polemica o strumentalizzazione». Gasparri fa l’auspicio che «a questo punto possa prevalere il rispetto, per i morti, per i vivi e per la verità dei fatti».
Più dura la riflessione del segretario nazionale della Destra, Francesco Storace: «Dopo la sentenza credo di poter dire che fu una vergogna intitolare una sala del Senato a chi voleva ammazzare un carabiniere». «Adesso qualcuno dovrebbe pubblicamente scusa alle forze dell’ordine e ai loro dirigenti è il commento di Francesco Giro, sottosegretario ai beni e alle attività culturali.Immediato anche il commento della famiglia Giuliani, che dice che devolverà i 40mila euro al proprio comitato.

«La sentenza della Corte europea dei diritti umani la possiamo considerare positiva - dice il padre di Carlo, Giuliano -, soprattutto nella parte in cui sostiene che l’inchiesta in Italia avrebbe dovuto valutare aspetti dell’organizzazione e della gestione dell’ordine pubblico e che non è stata adeguata nella misura in cui non ha ricercato quali siano state le persone responsabili di questa situazione. E non è cosa da poco». «Noi, comunque, - conclude - faremo ricorso».

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