Platini: «L’Europeo del 2000 il vostro trauma»

«Meritavate di vincere. E certe cose ti segnano: soffrite come la Germania con voi. Ma domani si parte alla pari»

Riccardo Signori

nostro inviato ad Hameln

Macché Domenech, qui conta l’autogestione. Parola di Willy Sagnol, terzino di stanza in Germania (Bayern), che la Juve voleva, che ha fatto litigare Moggi e Rummenigge, che parla tre lingue (francese, tedesco e spagnolo) e sa far intendere per chi vuole intendere. Ieri la Francia ha lasciato trionfare, ancora una volta, la sua miglior virtù, che poi è spocchiosità. Siamo alla vigilia della finale mondiale e loro chi mandano a parlare con i giornalisti, italiani compresi? Govou, ovvero una riserva, e Sagnol, buon parlatore ma un po’ fragilino nel pedigree e nella fama. E lui, serafico, vagamente professorale, ti lascia intravedere l’ultimo segreto francese. Non nega che fra loro ci siano stati tanti malesseri, discussioni, incomprensioni. Lo dice con formula soft: «Se qualcosa non va, ciascuno dice quello che pensa». Già, ma poi chi tira le fila? Domenech che sta sullo stomaco a molti? Ed anche qui la risposta è soavemente onesta: «Abbiamo la fortuna di avere un allenatore che ci lascia maestri del nostro destino. Lui ci ha dato le chiavi per poterlo essere». Tradotto: qui c’è troppa gente che non parla più o quasi con il ct (Zidane è il capofila) ed allora tutto passa nella logica di un’autogestione controllata. Domenech propone, la Francia dispone. «E ancor oggi - ha continuato il furbo Sagnol - ci sono cose da migliorare, dobbiamo trovare la chiave per la soluzione di ogni problema».
Il problema ovviamente è l’Italia. Ieri giocatori e tecnico hanno studiato al video i filmati sugli azzurri. Govou, che partirà dalla panca e di solito gioca nel Lione, ha ammesso tra lo spocchioso e l’ingenuo: «Per la verità ero più teso alla vigilia della partita di Champions League contro il Milan». Sagnol, molto più concreto, ha veleggiato su altri concetti: «Dopo la partita con il Togo ci siamo liberati della paura. Certo, sarà dura contro l’Italia. Ma anche l’Italia avrà un bel daffare. Non credo che marcheranno Zidane a uomo, continueranno a proporre il buon gioco con il quale hanno distrutto l’Ucraina e battuto in bel modo la Germania». I migliori fra gli azzurri?.

«Il miglior giocatore è il gruppo. Ma a me piacciono molto Buffon e Cannavaro, Totti e Toni». Detto questo, l’istinto francese ha ripreso il sopravvento. «Avremo comunque un vantaggio: noi abbiamo Zidane, loro no». L’autogestione fa il resto.

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