Plinio e Rosso, la bestia e il bello La «strana coppia» fa le pulci alle spese della giunta Burlando

Plinio e Rosso, la bestia e il bello La «strana coppia» fa le pulci  alle spese della giunta Burlando

All’inizio, di comune si pensava avessero solo il titolo di studio: laurea in medicina e chirurgia. Per il resto sembravano due individui che, nel loro modo di agire, avessero due stili completamente differenti ed anche poco conciliabili. Uno rude, diretto, incisivo, arringantore di folle. L’altro moderato, sempre alla ricerca di un equilibrio, incisivo e documentato ma mai sopra le righe, forse più amante della politica a tu per tu che non a quella di piazza. Eppure, è nata la «strana coppia» del consiglio regionale.
Uno si chiama Gianni Plinio, è nato l’8 agosto del 1949. È stata una delle bandiere storiche del Movimento Sociale in Liguria, la sua carriera politica l’aveva cominciata nel 1982 quando venne eletto consigliere comunale a Genova. Poi, nel 1995, in quota ad Alleanza Nazionale, comincia le sue battaglie nell’aula verde di via Fieschi, all’attacco della giunta di Giancarlo Mori: un modo di fare politica quello contro gli sprechi dell’amministrazione regionale, che lo farà precursore di Gian Antonio Stella e del suo fortunato libero «La Casta». Un martello pneumatico pronto a rompere ogni tabù che gli vale una pioggia di preferenze alle regionali del 2000. Un successo così straordinario da imporlo come vicepresidente della giunta regionale, oltreché assessore al Turismo. Coerente con il suo modo di fare politica, rinuncia all’autoblu ed una volta tornato all’opposizione può riprendere le sue battaglie contro le consulenze e gli elevati costi della macchina amministrativa.
È qui che comincia la strada fatta insieme a Matteo Rosso, classe 1967, eletto nel 2005 in quota Forza Italia in consiglio regionale dopo un’esperienza in consiglio comunale iniziata nel 2002. Giovane azzurro rampante, anche lui medico, ma con la passione mai sopita per la politica, lascia lo studio dentistico per gli uffici della Regione. Anche lui sceglie come tema su cui puntare i propri obiettivi politici, gli elevati costi della Regione. E in politica si sa, la prima cosa che succede quando due (anche se della stessa parte, anche se dello stesso partito) si interessano degli stessi argomenti, scatta l’invidia. Ci si comincia a calpestare i piedi uno con l’altro per non «rovinarsi» il bacino d’utenza. Sembrava quello a cui erano destinati Gianni Plinio e Matteo Rosso. Il «vecchio» animale politico Plinio che si vede scavalcare dal «pivello» Rosso. Che affronto! Invece, no. Tra i due scoppia l’intesa e, anziché farsi la guerra, nasce una proficua collaborazione. Prima c’è una sorta di asse alla Molotov- Ribbentropp: un accordo di non belligeranza che si trasforma in amorosa intesa.
Chi bazzica dal palazzo del consiglio regionale sa di cosa si tratta. Ormai non esiste più comunicato stampa, iniziativa politica, interrogazione o mozione che non porti in calce la doppia firma: Gianni Plinio per Alleanza Nazionale e Matteo Rosso per Forza Italia. Non si lasciano neanche per un caffè al bar. Uniti nel segno della denuncia agli sprechi.


Certo, si potrà dire, non è che ci sia da fare un gran lavoro di fronte ad una giunta come quella guidata da Claudio Burlando, ma non tutti hanno voglia e pazienza di mettersi, ogni settimana, ad analizzare gli atti di giunta per scavare nel «torbido». La strana coppia andrà avanti, magari fino alle prossime regionali quando, uniti nel segno del Popolo della libertà, dovranno magari pestarsi un po’ i piedi per raccogliere preferenze individuali.

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