Plongeur, storia ed evoluzione di un piccolo mito da polso

Plongeur, storia ed evoluzione  di un piccolo mito da polso

Vi sono collezioni che, per la loro longevità e per il percorso storico compiuto, rivestono un particolare significato nella dinamica evolutiva del segnatempo.
Nel segmento dell’orologeria sportiva, senza alcun dubbio, il modello Plongeur di Paul Picot ha assunto nel tempo un ruolo sempre più importante, nel panorama internazionale.
Lanciato nel 1987 da un’idea creativa del fondatore Mario Boiocchi, mise in discussione i canoni dell’orologeria sportiva dell’epoca, puntando sulla semplicità della linea pura, ottenuta con il contributo armonico della retta e del cerchio.
Il primo Plongeur, l’A-Type, si presentava con cassa e lunetta in acciaio e numerazione incisa in nero: misurava 38 mm di diametro. Il movimento automatico era certificato cronometro dal C.O.S.C. e poteva essere adattato sia il cinturino in pelle di elefante o squalo, sia il bracciale in acciaio con fibbia déployante a doppia estensione per un uso professionale in immersione; corona e fondello serrati a vite (quest’ultimo con sistema a vite apribile sono mediante una chiave speciale Paul Picot) consentivano una tenuta stagna fino a 30 atmosfere di pressione.
I quadranti erano nero, bianco e blu. Due anni dopo viene affiancata la versione B-Type, con vetro zaffiro esteso anche alla lunetta, a formare un corpo unico. Le proporzioni tra quest’ultima e la carrure rimangono invariate (e lo sono tuttora), così come le caratteristiche tecniche della versione precedente.
Solo nel 2000, la Maison di Le Noirmont svela al pubblico la terza evoluzione, il C-Type, rivolto ad un mercato sempre più internazionale e capace, in breve tempo, di ottenere un successo notevolissimo. La nuova era del Plongeur si esplicita in una lunetta a base satinata con scala sessagesimale professionale in rilievo e lucida.
Il quadrante, esclusivamente di colore nero è caratterizzato da riferimenti ad elevata visibilità: il 12 sovradimensionato e dallo stile squadrato si affianca agli originali indici carré.
Sempre sotto il profilo estetico spiccano l’incisione a scacchi sul quadrante e sul tipico cinturino in caucciù naturale (brevettato dalla Picot), morbido e flessibile.
Oltre alla versione da 38 mm, è prevista quella lady da 32 mm, entrambe declinate dall’acciaio all’oro massiccio, anche in versione con diamanti.
Nel 2003 arriva il Plongeur Cronografo automatico da 43 mm (misura alla quale viene poi portato anche il Solotempo), tri-compax, certificato «Cronometro»”, proposto in una seconda variante con lunetta «annerita» sotto le cifre in rilievo. Tre anni dopo è la volta della versione cronografica Carré, con cui si passa alla geometria pura con una notevole cura delle proporzioni e curvatura ergonomica della cassa. In seguito verranno effettuate anche varianti bi-compax e «All Black».
Nel 2008, ecco un’ulteriore step significativo con il lancio del C-Type da 48 mm in titanio, certificato «Cronometro», con cinturino in caucciù, leggero e portabile, dotato di quadrante su due livelli, base guilloché e parte superiore in carbonio.


Risalgono al 2010 le ultime due versioni della saga Plongeur: il 48 Helium Valve (calibro Eta-Valjoux, day-date), con quadrante carbon color e valvola a elio automatica al 10); la serie limitata (111 pezzi) prodotta in collaborazione con l’allora campione del mondo di Superbike e attuale pilota in MotoGp, Ben Spies.
Attualmente i prezzi vanno dai 2.220 euro del 32 mm automatico, ai 6.475 euro del Chrono 48 mm in titanio.

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