Una mano sul codice, laltra sul portafoglio. Storia di ordinaria amministrazione della giustizia, storia di un processo, di un testimone, e di un rimborso impossibile.
Irina è romena e ha poco più di ventanni. Vive a Bucarest, oggi. Due anni fa stava a Milano, ballerina di lap dance. Vittima, una notte, di una violenza di gruppo. Quattro connazionali finiscono in manette, la ragazza riprende la strada di casa. Fino alla settimana scorsa. Perché il processo è in corso, e lei è la teste chiave. La sua parola può valere una condanna. La Procura la contatta. Insiste perché venga a deporre in aula. Insiste finché Irina prepara i bagagli e arriva. «Il viaggio - le spiegano - è spesato dal ministero». Vero, ma non del tutto.
Lunedì, ludienza è conclusa. Ora deve tornare a Bucarest, ma non ha i soldi per farlo. E il meccanismo si blocca. Perché per nuova disposizione romana, le spese non vengono più liquidate dalle poste, ma sul conto corrente del testimone. Irina, però, di conti non ne ha nessuno. Tilt. O forse no.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.