Pmi, l’ottimismo sbiadisce con le tasse

La capacità innovativa ed economica delle piccole e medie imprese della regione Lazio è in costante risalita. Un trend che lascia ben sperare la Federlazio (l’associazione delle Pmi) per il prossimo futuro. L’indagine congiunturale presentata ieri alla stampa, ha mostrato un buono stato di salute delle imprese nel secondo semestre del 2006. Va tuttavia precisato, ha dichiarato Massimo Tabacchiera, presidente di Federlazio, «che si tratta di un’indagine congiunturale e che i dati sono stati rilevati nel mese di dicembre, quando i contenuti della finanziaria non erano stati definiti». E qui arrivano le note dolenti. Le Piccole e medie imprese infatti subiscono la forte pressione di alcuni provvedimenti della nuova finanziaria mirati ad un inasprimento fiscale. Secondo quanto asserisce Tabacchiera «una tassazione crescente, il costo eccessivo del denaro e dell’energia escludono in modo sistematico le Pmi». Molti dei provvedimenti infatti tendono a favorire le grandi imprese che continuano a farla da padrone. La Federlazio esprime forti dubbi anche per quanto riguarda le gare d’appalto. «Siamo stanchi - dice Tabacchiera - di dover fare da spettatori passivi alle gare pubbliche». Un limite questo che deve trovare presto una svolta per far si che le Pmi trovino il loro naturale sbocco economico ed innovativo. Tuttavia Il vento positivo a favore delle Pmi si può osservare sul versante degli investimenti. Secondo i risultati dell’indagine di Federlazio è aumentata la percentuale di aziende che ha effettuato investimenti, passando dal 64 per cento di alcuni mesi fa a un 68,6. Il 31,4 per cento ha dichiarato di non averne effettuati (il semestre scorso il valore era del 35,9). Il riposizionamento delle Pmi è dunque un passo importante; un’ottima risposta alle principali economie europee e mondiali. Una ripresa lieve, dunque, ma «che fa ben sperare per il futuro» afferma ancora Tabacchiera.

I dati emersi dalla Federlazio hanno messo in luce come gli ordinativi totali sono cresciuti nel settore del legno e in quello informatico. Seguono quello alimentare, l’abbigliamento, il settore grafico-editoriale, e i servizi. In controtendenza invece il settore chimico che ha subito un leggero calo.

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