«Pochi 42 milioni» E la Lodi rifiuta l’offerta di Fiorani

«La Banca popolare di Lodi dice no anche alla seconda offerta di Gianpiero Fiorani (di 42 milioni di euro) in relazione all’azione di responsabilità, e al conseguente tentativo di transazione, per i presunti danni causati alla banca durante la sua gestione». Lo conferma Costantino Coccoli, consigliere d’amministrazione che ha partecipato all’ultima riunione del consiglio di Bpl a Lodi, in cui questo è stato uno degli argomenti portanti.
Coccoli puntualizza al Giornale: «Si è analizzata questa seconda offerta ma, alla fine, si è concluso praticamente all’unanimità che se Gianpiero Fiorani ha in mente proposte di questo tenore allora non c’è alcun margine di trattativa. Non è un no definitivo o pregiudiziale. Ma in questi termini, a questi importi, non si tratta». Il 2007, dunque, si chiude come si era aperto: con un braccio di ferro irrisolto. Era il gennaio di quest’anno, infatti, quando lo stesso Fiorani, come ricorda il suo avvocato Michele Apicella, «aveva proposto 30 milioni di euro». Subito, allora, si era detto no. Divo Gronchi, ex ad di Bpi, in proposito dice: «Avevamo ritenuto quanto offerto insufficiente».

Mentre, per il sindacato dei dirigenti, Gaetano Baffelli sottolinea: «Per noi, in più, ha causato danni ai dipendenti oltre che alla banca come istituzione. È giusto che la Popolare si riservi di accettare solo quanto ritiene equo».

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