Pochi addetti: il Comune «congela» le case popolari

Pochi addetti: il Comune  «congela» le case popolari

«Non è accettabile che questo Comune prima si vanti di aver raggiunto l’eccellenza e poi giochi con i bisogni primari dei cittadini». È indignato Luciano Praticò, capogruppo di Alleanza Nazionale al Consiglio comunale di Genova: da più di sei mesi l’ufficio assegnazione case popolari è al lavoro sul bando uscito con quasi duecento giorni di ritardo nel febbraio 2008, e ancora degli alloggi non si è vista nemmeno l’ombra.
«I mesi passano - spiega il consigliere - e c’è gente che continua a dormire dai parenti, a cercare rifugio in macchina o a indebitarsi nell’attesa della graduatoria, è assurdo».
Sono più di 2000 le famiglie che sperano di «vincere la lotteria» comunale e a controllarne le domande, calcolando a mano i punteggi, sono forse cinque, forse venticinque persone.
«Già nel giugno scorso - racconta Praticò - avevo presentato un’interrogazione sull’argomento sottolineando che erano solo cinque persone ad occuparsi manualmente della graduatoria, che non è meccanizzata e quindi potrebbe anche essere inficiata da errori umani. L’assessore mi ha risposto che il suo gruppo è formato da venticinque persone. Ma non può essere che così tanti impiegati non riescano a smaltire una graduatoria in sei mesi. In ogni caso il risultato è che, dopo tanto tempo, siamo ancora in alto mare».
L’assegnazione case popolari nel capoluogo ligure, in pratica, è ferma a un anno fa, quando ormai sarebbe già tempo di un nuovo bando (generalmente in arrivo sempre a fine estate).
«È una vergogna anche perché, quando sarà pronta la graduatoria, sarà comunque provvisoria e si dovrà aspettare l’esito dei ricorsi - continua il capogruppo di An che annuncia - quanto prima riporterò la questione in Consiglio».


Intanto per chi volesse saperne di più è possibile consultare il portale del Comune dove, nell’area preposta, campeggia la scritta: «Sezione del sito in fase di aggiornamento. Ci scusiamo per l’inconveniente».
Lavori in corso a tutto campo, insomma, si prega di portar pazienza.

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