Podestà: «Tagliare chi spreca, non i virtuosi»

Niente taglio delle Province e accelerazione sulle città metropolitane. Ma si apre il dibattito se a guidarle dovrà essere un eletto dai cittadini, oppure dai sindaci del territorio. Solo una parte del decreto legge di riqualificazione delle spese dello Stato, approdato ieri al consiglio dei ministri prima del passaggio in parlamento che per il resto significherà un salasso per gli enti locali. Già previsti, dopo anni di sacrifici e sforbiciate, 7,2 miliardi di euro tra Regioni (3,2 miliardi, di cui 1,2 quest’anno e 2 per il 2013), Province e Comuni con 4 miliardi in meno a carico dei «fondi di riequilibrio territoriale».
Per il presidente della Provincia Guido Podestà è «positivo il rinvio, probabilmente al mese di ottobre, del taglio delle Province». Perché «ci darà lo spazio per approfondimenti e confronti con il governo». E Podestà considera positiva anche la nascita delle città metropolitane, ma spiegando di essere pronto alla «battaglia per l’elezione diretta del nuovo organo di governo». Perché questa «è un’opportunità che ci garantirà vantaggi sia in termini di crescita che di occupazione». E spiega che «proprio con il sindaco Giuliano Pisapia abbiamo ribadito, in più di un’occasione, la volontà di una collaborazione sempre più stretta fra le nostre amministrazioni e i 134 Comuni della provincia, su questo tema. Concordiamo, infatti, sull’esigenza di costruire dal basso il nuovo organismo che non può, però, prescindere da una consultazione elettorale fra tutti i cittadini». Il dibattito è aperto. «Una democrazia matura - spiega Podestà - deve avere nelle istituzioni rappresentanti eletti dal popolo. Su questo punto è giusto fare una battaglia per non andare in modo strumentale e ideologico a sposare la soluzione del “secondo livello” per cui la scelta del governo metropolitano sarebbe poi affidato ai vari sindaci della provincia». E, per quanto riguarda il capitolo sacrifici, Podestà chiede di non tagliare chi ha avuto comportamenti virtuosi, ma piuttosto quelli che sprecano. Perché «molti enti locali hanno già ottimizzato al massimo e hanno reso davvero ideale l’utilizzo delle risorse dei contribuenti. Purtroppo esistono delle realtà, soprattutto nel Mezzogiorno, che sono lontanissime dal raggiungere questi obiettivi». Un’operazione, dice Podestà, «capace di premiare chi ha ben amministrato, cito la Lombardia e altre regioni del Nord e capace, altresì, di richiamare alle proprie responsabilità amministrative chi non ha avuto cura delle risorse dei cittadini».
Sul trema della città metropolitana è d’accordo con Podestà il segretario metropolitano del Pd Roberto Cornelli. «Un punto di arrivo al quale aspiriamo da anni - spiega - e che il nostro partito ha messo al centro del suo impegno a Milano. Per questo è difficile che un decreto del governo Monti sulla spending review possa, da solo, originare un cambiamento amministrativo di tale portata». Non solo.

«Se si parla di città metropolitana tale dev’essere e non potrà essere un ente di secondo livello, in cui sono i sindaci dei comuni della provincia a eleggere un presidente, né potrà essere la fotocopia dell’attuale Provincia». Ma «dovrà essere un grande ente guidato da un sindaco eletto dai cittadini e con un impianto amministrativo decentrato».

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