Poeta o pittore in un bistrot l’artista si veste in maglia

da Milano

Sopra all’abito, il cardigan. Sotto la giacca, il dolcevita. Immancabile maglieria. Potrebbe essere il titolo da dare alla prima giornata della moda maschile, una sorta di telenovela di come oggi il filato, che sia di lana o del più nobile cashmere, viva di una linfa autonoma, assolutamente indipendente dal resto del vestire. Perché va bene sempre, in ogni momento della giornata e persino alla sera. E poi rispecchia fedelmente questa nuova immagine di uomo «morbido» che ha voglia di amarsi e di essere amato, questo uomo da toccare e da accarezzare.
Intanto lui, mentre cerca di riappropriarsi del suo lato più dolce, va in un peep show, un locale hard dove si consuma sesso visivo a basso costo (tre minuti di spettacolino sexy, 1 euro), vestito di tutto punto da Vivienne Westwood che gli butta addosso un maglione di quattro taglie più grandi o un golf profilato di un alto pizzo all’uncinetto o di lana stretch goffrata o un paio di pantacollant di cashmere con mutanda luccicante di Swarovski. «Chi osa è vincente», dice la stilista. E si comincia dalla moda che, specialmente per gli inglesi, è teatro e caricatura. «È espressione, in forma di abiti, del gap che separa i ricchi dai poveri». Già, lo sanno tutti. È strano che lo dica proprio chi la moda la fa e la vende a centinaia e centinaia di euro. Soldi spesi bene, però, quando la qualità va sopra a ogni cosa. È ciò che capita con un capo di Missoni. Che oltre al pregio dei materiali e delle mischie aggiunge la fantasia e la creatività di un nome che fa la differenza. Non un caso che una loro maglia pare uscita da una mostra d’arte contemporanea tanti sono i grafismi, i colori, le tecniche usate per comporre il «quadro» da indossare. Secondo Missoni, non puoi vivere senza maglione: ce n’è di più pesi, anche pesantissimi, che avvolgono e scaldano come un piumino. E nemmeno senza pantaloni, rigorosamente di maglia.
Non c’è che dire, il concetto di maglia è, in via automatica, abbinato al concetto d’artista. Se dalla Westwood è un poeta, da Missoni un pittore, da Krizia è seduto a discutere d’arte a un tavolo di bistrot. Che sia per questo che gli abiti sono portati, in ogni caso, con marcata disattenzione? O è forse un vezzo? L’uomo di Krizia si infila in pezzi che imitano i classici tessuti maschili: knickerbocker, occhio di pernice, macrochevrons, diagonale, tweed. E con le giacche in magliacotta o le giacche da camera da portare sopra all’abito formale. C’è pure il cashmere a sette fili per maglioni a grosse trecce o infeltrito per giacche e cappotti.

Protagonista la lana anche da Rocco Barocco che vira in maglia i capi più classici del guardaroba da uomo. La tuta da jogging diventa sartoriale in cashmere, il maglione si fa prezioso ricamato con un drago jacquard. Dettagli per distinguersi, non per esibirsi.

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