Il poker dei trentenni in cui si specchiano gli adolescenti

Un tempo c’erano i 4 colonnelli della commedia italiana: Gassman, Manfredi, Tognazzi e Sordi. Oggi ci sono i 4 capitani della commedia adolescenziale: Vaporidis, Muccino, Germano, Scamarcio. Tutti tra i 26 e i 29 anni, belli e un po’ maledetti, non fanno gruppo, anzi.
Vaporidis, il fidanzatino d’Italia In due anni è cambiato fisicamente. Oggi si presenta come un divo rock, sebbene canti maluccio: tutto tatuaggi, bracciali, amuleti, capelli spettinati ad arte, cappelluccio alla Daniel Day-Lewis, jeans a vita bassa, barba malfatta. Look casual molto studiato. Classe 1981, ha un bel sorriso e una voce duttile. Sul set è un professionista: concentrato, sempre pronto, conosce i tempi della comicità. Deve la sua fortuna al Luca Molinari di Notte prima degli esami, film licealista che nessuno voleva dirigere prima che finisse nelle mani di Brizzi. Certo il nome greco ha aiutato. Rischia di inflazionarsi se non cambia genere, ma quando ci ha provato, con Cemento armato, le sbarbine non hanno applaudito.
Voto: 6
Muccino, il tenero palestrato Persa la zeppola (un guaio per chi lo imita, da Max Tortora a Fiorello), s’è costruito in palestra un fisico bestiale che s’intona alla macho-canottiera, voleva scrivere un libro e c’è riuscito, e da quel libro, Parlami d’amore, ha tratto il suo esordio alla regia, tutto citazioni, da Godard a Bertolucci. I critici hanno stroncato, il pubblico ha risposto bene (circa 6 milioni di euro), non benissimo. Pur insidiato dall’ombra del fratello Gabriele, il giovane Silvio (classe 1982) non s’è sottratto al confronto rischioso. Toltosi lo sfizio, farebbe bene a rituffarsi nella recitazione, magari curando meno l’immagine e più la sostanza. Ma ha un talento naturale: lo metti davanti alla cinepresa è sembra vero. Peccato che abbia smarrito la voglia di far (sor)ridere.
Voto: 6
Germano, il camaleonte furente Tra i quattro è il meno adolescenziale. Magro, sguardo spiritato/febbricitante, la dizione facile alle calate dialettali, Elio Germano (classe 1980) s’è stufato di farsi etichettare come «il De Niro italiano». Ha ragione, però dell’attore di Taxi Driver possiede la capacità camaleontica di essere sempre diverso. Predilige personaggi nevrotici, a un passo dalla rottura, preda di furori improvvisi, ma funziona anche in contesti di commedia sociale. Gira un film dietro l’altro dopo Mio fratello è figlio unico, dov’era il fasciocomunista Accio Benassi. Adesso è sul set di Come Dio comanda per Salvatores. Presto lo vedremo nel film di Paolo Franchi Nessuna qualità agli eroi, chiacchierato per via di quel membro in erezione ripreso di fianco. Finto o vero che sia (il sesso), Germano è uno dei migliori attori su piazza. Basta non dargli retta quando parla di politica.
Voto: 8
Scamarcio, il sex-symbol pentito Ora che la «scamarcite acuta» è passata, l’attore pugliese (classe 1979) può finalmente sperimentare strade diverse. L’uomo si prende molto sul serio, specie se si tocca la vita privata (è felicemente fidanzato con Valeria Golino), però ha saputo affrancarsi dal personaggio romantico/muscolare di Step con una certa leggerezza.

In Colpo d’occhio, presto nelle sale, è un ambizioso scultore di talento che ingaggia una sfida mortale con un critico d’arte diabolicamente incarnato da Rubini. Prossimamente sarà Vallanzasca. Intanto gira un film internazionale con Costa-Gavras e si prepara a farne uno sul ’68 con Placido. Punti forti: gli occhi e i capelli.
Voto: 7

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