Gli esami di democrazia a cui è sottoposto il sindaco Gianni Alemanno non finiscono mai. Ieri è stato tirato per i capelli in una polemica sul prossimo Gay Pride. Intervistato da Raitre, Alemanno ha ipotizzato qualche correttivo allormai tradizionale manifestazione dellorgoglio omosessuale, che egli trova «un fatto di esibizionismo sessuale e io sono contrario allesibizionismo, sia omosessuale che eterosessuale». Quindi «cercheremo di trovare in consiglio comunale una formula che non offenda nessuno». Apriti cielo. Il mondo omosessuale romano (ma anche parte del centrosinistra) reagisce in modo scomposto. E se lArcigay, per bocca del presidente Fabrizio Marrazzo, si è limitato a invitare Alemanno al corteo del 7 giugno, il circolo Mario Mieli osserva che il Gay pride «non è mai stato e non sarà mai una mera ostentazione sessuale, ma (...) di un corteo pacifico, gioioso, colorato e allegro». Il mondo politico affonda di più. Franco Grillini (Ps) accusa la destra italiana («la peggiore dEuropa») di usare « la calunnia, linsulto e la diffamazione». Barbara Pollastrini (Pd) la mette sul personale: «Alemanno dimostra una piena continuità in quella mancanza di rispetto e in quellinsensibilità che contraddistinguono un certo tipo di destra».
Finisce che dalla parte di Alemanno si schierino solo i gay liberali: «Le dichiarazioni di Alemanno sono rispettose e sensate senza essere buoniste e ipocrite come quelle dei vecchi amministratori di sinistra - si legge in una nota di Gaylib, che propone un corteo «in giacca e cravatta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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