Umberto Bossi torna alla carica. E demolisce unaltra volta lExpo. Due mesi fa il leader della Lega era stato già categorico, smontando levento e definendolo «una manifestazione del secolo scorso. Quando uno voleva vedere unautomobile andava lì, quando uno voleva vedere la centrale elettrica andava lì, ma oggi non più». Una doccia fredda per il sindaco. Gelata ma non certo piacevole, nonostante il clima di pre-Ferragosto, quella riservata di nuovo ieri allevento (e a Letizia Moratti) dal ministro per le Riforme in ritiro a Ponte di Legno. «Ci sono troppi ritardi» ha incalzato e Bossi osserva che «nel secolo scorso se volevi vendere una macchina dovevi andare allExpo, ma oggi non è più così. Non è più una manifestazione così importante».
Non dice chiaramente di tagliare i fondi per lesposizione, ma ribadisce che «va utilizzato quello che cè, lExpo si deve fare alla Fiera di Milano senza spendere altri soldi per i capannoni». Meglio sarebbe, casomai, riversare i soldi «su altre opere utili, come il collegamento tra Milano e Venezia attraverso il Po». Non manca la reazione del segretario lombardo del Pd Maurizio Martina, che rincara la dose: «Bossi ha scoperto lacqua calda, diciamo da mesi che Expo naviga in ritardi spaventosi. Da ministro però dovrebbe contribuire a risolvere parte dei problemi». Il rischio che sia un evento «vecchio», ammette il vicecapogruppo milanese del Pdl in Carlo Fidanza, «esiste, ma il progetto è valido e innovativo e così verrà realizzato. Per le opere invece «non ci sono ritardi, se ci fossero dovrebbe chiederne conto al viceministro della Lega Roberto Castelli».
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