Cronache

La polemica Coffy, il papà indaffaratissimo

Il piccolo Edoardo, ieri, dev’essere stato con la tata. Perchè papà Sergio, puntualissimo, era in prima fila a sentire il dibattito fra Franco Marini e Gianfranco Fini. E mamma Raffaella, bella della bellezza che hanno le donne d’estate quando sono abbronzate, era al suo fianco. In prima fila. Claudio Burlando, che è arrivato in ritardo perchè impegnato in questioni istituzionali, era in seconda. Marta Vincenzi, pure lei in leggerissimo ritardo, ha trovato spazio in prima solo perchè il segretario provinciale del Pd Victor Rasetto è un gentiluomo d’altri tempi che le ha subito lasciato il posto, come i ragazzi educati sull’autobus.
Insomma, ieri pomeriggio, Sergio Cofferati non era con Edoardo, il bimbo che ha causato la sua scelta di non ricandidarsi come sindaco di Bologna, per poter essere un padre a tempo pieno o quasi a Genova. Io, personalmente, gli avevo dato retta e l’avevo applaudito convintamente, perchè penso che le scelte di vita siano sempre da apprezzare. Soprattutto quelle così nobili.
Poi, però, l’ex leader della Cgil si è candidato all’Europarlamento, è stato eletto e certo questo non aiuta il ruolo genitoriale così come lo intendeva Coffy. Anche perchè - complici le sessioni vaganti fra Belgio e Francia - Strasburgo e Bruxelles non si segnalano come le migliori nursery possibili immaginabili.
Ora, poi, Cofferati è candidato come segretario regionale ligure del Pd per la mozione di Dario Franceschini. E qui, davvero, fra una cosa e l’altra, rischia di essere impegnato quasi a tempo pieno, con il piccolo Edoardo che apre la porta, lo vede e fa: «C’è un signore che dice di essere papà». Scherzo, ovviamente. Ma, al tempo stesso, invidio Cofferati: io, che pure faccio un mestiere solo e non due, mi sento in colpa per non essere il papà a tempo pieno di Federico, Francesco e Filippo che vorrei essere. E mi pare straordinario che ci riesca lui, perso fra l’Europarlamento e le beghe del Pd. Altro che i tre milioni di persone in piazza. Sergio dev’essere una specie di Superman.
Eppure lui è tranquillo: «Se vincerò la sfida per la segreteria regionale, non intendo rinunciare a fare l’europarlamentare. Trovo singolare questa discussione sul doppio incarico che per ora non ho, mentre altri che hanno ruoli di dirigenza, il doppio incarico ce l’hanno già». E poi: «La mia età anagrafica non è certo giovane. Io ho vissuto molto e ne vado orgoglioso, i miei pregi e difetti sono noti, ma ho un valore che è l’esperienza che io metto a disposizione delle nuove generazioni».


Evidentemente, il piccolo Edoardo fa parte delle «nuove generazioni».

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