La polemica Il dottor Costa: «La bandiera rossa non sarebbe servita»

Il dottor Claudio Costa è da sempre l’angelo custode dei motociclisti e nessuno più di lui ne conosce i segreti. proprio per questo ha provato a intervenire in una vicenda che sta alimentando polemiche. E non condivide l’idea che si dovesse fermare la gara. «La bandiera rossa è un gesto di protezione - ha spiegato a Sport Mediaset -. Tutto si ferma per vedere di salvare un ragazzo di 20 anni, ma quando in pista sfrecciano altri piloti a velocità vertiginosa si può decidere di spostare il soccorso in una zona protetta», ha spiegato il dottore.
«Sono delle scelte che i medici che sono a bordo pista possono fare - ha aggiunto il papà della Clinica Mobile -. In questo caso non entro più nel merito di questa situazione perché la cosa che mi ha affranto è che un ragazzo che espandeva profumo ha perso la vita a 20 anni. Tutti hanno lavorato con grande impegno a Misano e a Riccione, con tanto amore. Quando alle 14.19 Shoya ci ha lasciati sul lettino, gli sono stati tolti i macchinari, i tappi alle orecchie e qualcuno lo ha baciato in fronte, sembrava che quel corpo sorridesse ancora.

Come reagiscono i piloti? C'è il dolore, ma loro sanno che giocano a scacchi col rischio e pericolo della morte e proprio per questo per me sono speciali». Resta il fatto che nemmeno la morte di uno di loro ha fatto sì che potesse essere fermato un gran premio.

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