Divorzio? Non divorzio? Era questa la domanda che nervosamente mi ponevo ieri dopo aver ritirato dalla casella la posta nella quale campeggiava, purtroppo, una lettera di Dario Franceschini indirizzata a mia moglie. Indicata col nome da ragazza. E perché? Quali reconditi rapporti intrattiene coi democratici la madre dei miei figli?
Ruminavo, mintristivo e stralunato giunsi in casa, invitando la consorte a un chiarimento definitivo. No, mia moglie aveva visto il Dario petulante soltanto nello schermo della televisione, non era mai stata al Lingotto né in qualsivoglia loft ed era anche allergica a Veltroni e successori/replicanti.
Con lassenso dellinteressata, abbiamo aperto la missiva.
Discreto software, la lettera cominciava indicando il nome di battesimo di mia moglie e proseguiva con una lagna lanalisi propria dei menagramo del Pd. «Da qualche mese a questa parte - scrive il Dario con il nostro Paese immerso in una crisi economica grave e profonda, la vita si è fatta ancora più difficile». «Con la pensione o lo stipendio di sempre non si riesce più a star dietro ai prezzi che salgono quando si fa la spesa». Che acume.
Ma fin qui il Franceschini non è né pericoloso né minaccioso, è il Franceschini di sempre, lagnoso e inconcludente, deciso a puntare tutto su una crisi che in buona parte è già alle spalle.
Diventa pericoloso quando promette. Scrive a mia moglie: «Il mio impegno nei suoi confronti è affinché la politica le restituisca almeno in parte, la parte più grande possibile, questa sua fatica (di casalinga) e di generosità».
Ed è qui che io e mia moglie ci preoccupiamo. I progenitori del Pd hanno già colpito duramente il nostro modesto bilancio. Il governo Prodi ha aumentato le mie tasse di oltre 2.000 euro lanno. Non siamo ricchi, ho due figli precari che, senza reti di protezione, cercano di farsi strada in una libera professione.
La lettera di Franceschini non ha impaurito mia moglie e ha fatto sorridere me. Se questi sono gli innovatori, abituati a sfruttare le banche dati di innumerevoli enti, possiamo essere tranquilli. Non prevarranno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.