Polemica Majorino (Pd): «Polizia allontanata dalla scorta»

Fra un po’ qualcuno dirà che è stata colpa della polizia. Insomma, non è tanto Massimo Tartaglia ad aver colpito in pieno volto il presidente del Consiglio con un souvenir del Duomo, quanto la scorta del premier ad aver gestito male la difesa di Berlusconi, fino ad ostacolare gli agenti presenti in piazza. L’insolita lettura dei fatti la dà il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale, Pierfrancesco Majorino.
«Chiediamo che si faccia chiarezza - ha commentato Majorino - relativamente alle parole espresse nella seduta di ieri dal consigliere comunale del Pdl Abbagnale, poliziotto milanese piuttosto noto, che intervenendo in aula durante il dibattito sui fatti di domenica, ha difeso la Questura milanese dichiarando, quasi testualmente, che a più riprese la scorta del Presidente del Consiglio avrebbe chiesto di “non avere vicina la polizia”». «Crediamo che tale episodio - ha aggiunto l’esponente democratico - vada immediatamente chiarito al fine di rendere meno opaca la dinamica riguardante la sicurezza del Capo del Governo. Il verbale della seduta del Consiglio comunale del 14 dicembre è pubblico e le istituzioni preposte riteniamo possano accedervi senza problemi per sviluppare le doverose verifiche. Non pensiamo di aver sentito male e conosciamo l’esperienza del consigliere Abbagnale». Insomma, si apre un nuovo fronte polemico.
Che qualcosa non sia funzionato nei sistemi di sicurezza, considerato come si è concluso il comizio di domenica, è chiaro. Almeno due errori sono stati commessi. Primo, gli uomini avrebbero dovuto disporsi attorno al premier con lo sguardo rivolto verso l’esterno per prevenire l’aggressione, e non tutti - evidentemente - l’hanno fatto. Secondo, Berlusconi non è stato allontanato immediatamente dal luogo dell’agguato, ma - al contrario - è stato fatto scendere dall’auto così da esporlo a eventuali nuovi attacchi. Altra cosa, però, è cercare di creare una spaccatura tra quanti, 24 ore su 24, si occupano della sua incolumità.
Nel corso delle sue uscite pubbliche, infatti, il presidente del Consiglio è circondato da 20 uomini, disposti su due anelli concentrici.

La maggior parte proviene dall’ex sicurezza di Fininvest, ma oggi dipendono dall’Aisi (l’Agenzia informazioni e sicurezza interna, la nostra intelligence). In altre parole, personale addestrato a garantire la sicurezza del protetto. Anche quando si trova a operare fianco a fianco con gli agenti di polizia.

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