Dal Politecnico al Congo lezioni satellitari

Dal Politecnico al Congo lezioni satellitari

Igor Principe

L'attenzione a un gigante bisognoso di cure com'è l'Africa può assumere molte forme. Una l'hanno vista milioni di persone lo scorso luglio, sui palchi che hanno ospitato il Live8. Un'altra la conoscono in pochi, ché dietro non ci sono icone quali Bono e Bob Geldof ma le facce sconosciute e operose di due ingegneri del Politecnico, Stefano Scotti e Gianfranco Elia. Entrambi lavorano al Centro Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica (Metid), come responsabili del progetto «Digital divide Bukavu».
I primi due termini non sono che la traduzione inglese di «divario tecnologico»; il secondo è invece una piccola città del Congo. Messi insieme, raccontano il progetto dell'ateneo di piazza Leonardo da Vinci: realizzare un'aula didattica multimediale collegata a Internet via satellite, per consentire lo svolgimento di corsi di informatica di base, tenuti sul posto da insegnanti locali e, a distanza, da docenti del Politecnico.
«L'origine del progetto risale al 2002, quando a Palermo si tenne un incontro sull'apporto di Internet ai processi di democratizzazione dei Paesi in via di sviluppo», racconta Scotti. «Noi siamo partiti nel 2003, con un progetto dedicato ad una scuola in Ruanda frequentata da circa 600 alunni che studiano per diventare esperti di contabilità e di diritto».
Quella scuola è il liceo «Alessandro Sauli» di Muhura, dove ora è attivo un laboratorio da 25 computer e collegato su linea adsl con il resto del mondo. L'istituto congolese è invece il liceo barnabita «Sant Paul», nel villaggio di Mboberu, a pochi chilometri dalla citata Bukavu. Sulla scia del successo ruandese e raccogliendo istanze di altissima provenienza (il «digital divide» è tra le priorità Onu per il futuro), Scotti ed Elia hanno installato una parabola, elettrificato e cablato l'aula in cui ora funzionano 14 elaboratori. «Il sostegno economico viene da StMicroelectronics Foundations, quello logistico anche da personale locale - prosegue Scotti -. Il liceo e l'università Cattolica di Bukavu hanno selezionato esperti di pedagogia, informatica e gestione delle reti, da impiegare anche in futuro come docenti».


Prossima tappa, il villaggio di Wolisso in Etiopia, dove il Metid ha in programma di arrivare a dicembre. A raccontare quanto del progetto è stato fatto finora provvede inoltre una mostra fotografica: «Digital Divide, immagini dal Sud del mondo», in corso all'Educafè del Politecnico.

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