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Btp più forti degli Oat francesi, l'Italia ha convinto il mercato

Spread sempre a quota 70 contro il 75 dei transalpini, ancora in gravi difficoltà nel chiudere la manovra

Btp più forti degli Oat francesi, l'Italia ha convinto il mercato
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Il consolidamento del vantaggio del Btp sull'Oat francese conferma un cambio di passo ormai evidente nei mercati: l'Italia viene percepita come un ancoraggio di stabilità, mentre Parigi fatica a ritrovare una bussola finanziaria. Ieri lo spread con il Bund è rimasto fermo sui 70 punti base, ai minimi dal 2009, mentre il titolo decennale francese viaggia a 75 punti. È un divario che si sta sedimentando giorno dopo giorno e che rappresenta, per il Tesoro guidato da Giancarlo Giorgetti (in foto), un riconoscimento politico oltre che economico. Il rendimento del Btp decennale è indicato al 3,47%, inferiore al 3,52% dell'Oat, un dettaglio che nei desk internazionali pesa più di molte dichiarazioni.

Il clima favorevole nasce dalla credibilità costruita negli ultimi due anni. La traiettoria tracciata dalla presidente del Consiglio Meloni ha convinto le agenzie di rating, che nell'arco di pochi mesi hanno rivisto al rialzo la valutazione dell'Italia. È un risultato che a Via XX Settembre viene definito «un segnale di fiducia importante», e che contribuisce a rafforzare ulteriormente l'appeal dei nostri titoli. Anche ieri, nonostante una seduta complessivamente negativa per i governativi dell'Eurozona, il Btp ha confermato la sua resilienza, mantenendo il differenziale invariato e continuando ad attrarre domanda stabile.

A rendere ancora più evidente la distanza con la Francia è il quadro politico oltralpe. Il governo di Parigi si trova in un vero e proprio labirinto parlamentare, alle prese con divisioni interne e con una legge di Bilancio che rischia di arenarsi tra rinvii e veti incrociati, a partire dallo slittamento della riforma delle pensioni annunciato un paio di settimane fa da Sébastien Lecornu. Le difficoltà nel trovare una maggioranza coesa per il voto finale hanno spinto alcuni esponenti dell'esecutivo a parlare apertamente di «mission impossible», mentre cresce l'ombra del ricorso al 49.3, l'extrema ratio della Quinta Repubblica, ossia far passare la legge di Bilancio senza votazione parlamentare.

L'Italia, al contrario, procede con passo misurato ma sicuro.

La manovra è ancora in commissione, ma si parla ormai soltanto di affinamenti tecnici: le coperture sono in corso di individuazione, i nodi politici vanno verso lo scioglimento e il dialogo costante tra Mef e maggioranza ha permesso di prevenire tensioni. Come ha ricordato il deputato di Fdi, Andrea Pellicini, «la rilevazione dello spread a 70 punti rappresenta un ulteriore segnale del successo delle politiche economiche del governo».

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