Politica economica

Crescita 2023 all'0,9%, il Def in Cdm. Il governo italiano resta prudente

Atteso in Cdm il Def, incoraggianti le proiezioni per il 2023, ma l'esecutivo vuole comunque essere cauto. Ecco perché

Crescita 2023 all'1%, oggi il Def in Cdm. Il governo italiano rimane prudente

Il governo italiano sceglie di essere prudente nel presentare il suo primo Documento di economia e finanza (Def). Troppi i dubbi, e gli interrogativi per il futuro. E da qui alla fine del 2023 rimangono ancora tanti mesi, può accadere veramente di tutto.

Deficit verso il 4,3%

C'è insicurezza per il 2024, che si preannuncia come un anno complicato, ecco perché l'esecutivo ha deciso di procedere con cautela, registrando una crescita allo 0,9%, che risulta comunque più ottimista rispetto a quella prevista con la Nadef (0,6%).

Si continua, dunque, con un deficit ancora alto, ossia al 4,35%. Un valore che risulta comunque inferiore rispetto a quel 4,5% preventivato lo scorso autunno. La strada per raggiungere quel fatidico 3%, però, resta lunga. Non si perde comunque di vista il deficit stimato al 4,5%, che potrebbe essere tenuto in considerazione per le future scelte economiche.

Il meeting con l'Fmi

Sempre oggi, martedì 11 aprile, l'esecutivo si appresta dunque a varare il Def in Consiglio dei ministri. Il documento passerà poi all'esame del Parlamento.

Conclusa tale operazione, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è atteso a Washington, dove si terrà l'incontro del Fondo Monetario internazionale. Anche l'Fmi, parlando della situazione attuale, si è dimostrata prudente. Il direttore generale Kristalina Georgieva ha infatti recentemente dichiarato che l'economia mondiale, nel 2023, crescerà meno del 3%. Una crescita bassa, riscontrabile negli Usa e nell'area Euro, "rende più difficile ridurre la povertà, risanare le cicatrici della crisi del Covid e offrire nuove e migliori opportunità per tutti".

Tassi in rialzo

Malgrado la crisi in ambito geopolitico e le difficoltà economiche di questo periodo, l'Italia continuerà a crescere. Il governo italiano è sicuro di questo, vanno però considerate certe variabili.

Le banche centrali continuano ad alzare i tassi di interesse, provocando inevitabili conseguenze. Non ci sono dubbi sul fatto che la Bce continuerà a spingere sui tassi, considerato lo stato dell'inflazione. A dirlo è stato Pablo Hernandez de Cos, governatore del Banco de Espana e membro del Consiglio della Banca centrale europea. Un comportamento, quello della Bce, analogo alle azioni della Fed americana.

A tal proposito, si prevede un quasi sicuro aumento dei tassi dello 0,25% per il prossimo mese di maggio. Questo quanto derivato dall'andamento degli swap.

Ecco dunque la ragione per cui il governo italiano ha deciso di adottare la strada della prudenza.

Oltre all'aumento dei tassi, preoccupa inoltre la temuta crisi idrica che potrebbe danneggiare la produzione agricola nel corso dell'estate ormai prossima.

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