Crisi dell'auto, i produttori delusi dal dialogo con Bruxelles

Dibattito aperto sull’esito dell'incontro tra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il mondo automotive. Insoddisfatti i concessionari italiani. E Unem (ex Unione petrolifera): “Le parole non bastano più, servono impegni concreti”

Crisi dell'auto, i produttori delusi dal dialogo con Bruxelles
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L’esito del “Dialogo strategico” Ue-settore automotive del 12 settembre continua a far discutere. Se da una parte c’è chi, come i costruttori (Acea), “concordano (per l'ennesima volta, ndr) con il presidente della Commissione sulla necessità di un’azione coraggiosa e rapida”, dall’altra si sottolinea, a giusta ragione, “il risultato deludente” dell’incontro voluto da Ursula von der Leyen.

“E’ stato uno scambio di convenevoli - afferma Massimo Artusi, presidente di Federauto (concessionari italiani) - tra chi energicamente difende una scelta ideologica e chi tale scelta l’ha avallata puntando sulle risorse per sostenerla, con la preoccupazione di entrambi di non perdere la faccia per le azioni fin qui compiute, rispetto a una realtà che li pone quotidianamente e drammaticamente di fronte alle pesanti conseguenze di tali strategie”.

E Gianni Murano, presidente di Unem (Unione energie per la mobilità): “L’unica novità emersa, ovvero il sostegno a una produzione di una minicar elettrica europea sotto i 20mila euro, pare veramente molto poco. E’ il caso di dire che la montagna ha partorito una Topolino elettrica. Le parole non bastano più, servono impegni concreti per sostenere gli obiettivi di decarbonizzazione. Restano, infatti, ancora dichiarazioni timide e generiche che non sembrano destinate a incidere sulla crisi che attanaglia il settore”.

Unem ricorda poi alla presidente von der Leyen come in Italia circolino oltre 55 milioni di veicoli e che solo l’1,4% sono elettrici. “Con questi numeri - conclude Murano - gli obiettivi di Bruxelles, con un'unica tecnologia, sono irraggiungibili”.

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