Dazi, tutto quello che sappiamo sull'accordo

Raggiunta l'intesa su imposte al 15 per cento per esportazioni negli Usa. Ma molto dipenderà dai regimi speciali con zero dazi reciproci

Dazi, tutto quello che sappiamo sull'accordo
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Dazi del 15 per cento per le importazioni europee negli Stati Uniti: questo l'accordo raggiunto da Usa e Ue. Un'intesa che ha l’obiettivo di ridurre le tensioni commerciali transatlantiche e stabilizzare un interscambio annuo di circa 1.400 miliardi di euro. Come noto, l’accordo è stato formalizzato dal commissario europeo Maros Sefcovic e dai rappresentanti statunitensi Howard Lutnick e Jamieson Greer e riguarda un ampio ventaglio di settori economici, inclusi automotive, aerospazio, farmaceutica, beni di lusso e meccanica avanzata: ecco cosa cambia per il made in Italy.

Aliquota di riferimento

Il punto centrale è l'introduzione di una tariffa doganale uniforme del 15 per cento, nel rispetto della clausola della “nazione più favorita” (MFN) della World Trade Organization, che promuove condizioni eque e non discriminatorie. Tale aliquota supera la media pre-2017 del 4,8 per cento, ma resta al di sotto dei massimi introdotti negli ultimi anni.

Acciaio e alluminio

Restano invariati i dazi statunitensi sui metalli industriali: 25% per l’acciaio e 10% per l’alluminio, originariamente introdotti nel 2018. Le misure difensive europee, che avevano colpito beni simbolici statunitensi, saranno riesaminate.

Automotive

Il settore automotive, inclusa la componentistica, beneficia di una riduzione del dazio statunitense dal 27,5 per cento al 15 per cento. Sebbene la tariffa rimanga elevata, rappresenta un deciso miglioramento rispetto al passato. Sorride dunque l'industria italiana, che esporta negli Usa per 4 miliardi di euro, 75 mila autovetture l’anno.

Agroalimentare

La tariffa del 15 per cento viene applicata anche ai prodotti agricoli e alimentari, con effetti differenziati. In alcuni casi – come per prodotti lattiero-caseari e olio extravergine d’oliva – l’impatto sarà minimo o nullo. Il vino potrebbe subire un aumento dei dazi, salvo esenzioni ancora in fase di valutazione. Un dossier molto importante per Roma, considerando che sono 8 miliardi i prodotti agricoli e alimentari italiani esportati negli States.

Farmaci e semiconduttori

Anche questi settori rientrano nei dazi del 15 per cento, ma l’amministrazione Trump ha già reso nota l’intenzione di introdurre dazi progressivi da agosto. In particolare, per i farmaci si ipotizzano incrementi significativi, fino alla percentuale monstre del 200 per cento. Un duro colpo per l’Italia, che esporta negli Usa 10 miliardi di farmaci l’anno.

Esenzioni

Alcuni settori ad alta tecnologia, come aerei civili, robotica avanzata e macchinari industriali, saranno esentati dai dazi. In ambito aerospaziale, l’accordo mira a ridurre le tensioni storiche tra Airbus e Boeing. Anche alcuni prodotti alcolici potrebbero essere esclusi dalle misure tariffarie, così come le materie prime critiche come litio e terre rare.

Contropartite europee

Bruxelles accetterà alcuni standard tecnici statunitensi nel settore automobilistico. Maggiore apertura verrà concessa anche in ambiti come tecnologia, intelligenza artificiale e criptovalute. L’Europa ha inoltre previsto un aumento degli acquisti di armamenti statunitensi, in linea con l’accordo Nato sul 5 per cento.

Energia

In questa ottica, l'accordo tra Bruxelles e Washington prevede anche l’obbligo per gli europei di acquistare 750 miliardi di euro di energia americana. Entrando nel dettaglio, l’acquisto di gas naturale liquefatto (Gnl) e petrolio americani 750 miliardi in tre anni serviranno a "sostituire l’energia russa con quella americana", secondo la von der Leyen.

Ritiro delle contromisure

Come ampiamente previsto, l’Ue

accantonerà due pacchetti di controdazi per un valore complessivo di 92 miliardi di euro, la cui attivazione era prevista per il 7 agosto, subordinatamente all’approvazione formale dei 27 Stati membri nei prossimi giorni.

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