Come sarà la Federal Reserve targata Donald Trump? Il presidente americano deciderà prima di Natale chi guiderà la banca centrale Usa al posto di Jerome Powell. Parlando ieri con i giornalisti sull'Air Force One, il segretario al Tesoro Scott Bessent (in foto) ha sottolineato che la lista dei candidati è stata ridotta a cinque, aggiungendo che i finalisti sono gli attuali membri del board, Christopher Waller e Michelle Bowman, il direttore del Consiglio Economico Nazionale della Casa Bianca, Kevin Hassett, l'ex governatore della Fed Kevin Warsh e il top manager di BlackRock, Rick Rieder. Quest'ultimo è uno dei più importanti dirigenti del colosso del risparmio gestito statunitense, occupa il ruolo di chief investment officer del settore obbligazionario, ed è responsabile, fra l'altro, del team di Global Allocation Investment. Rieder è a capo della gestione di 2,4 trilioni di dollari di asset.
Bessent ha spiegato di aver condotto dei colloqui e che prevede di farne un altro giro prima di presentare un «buon elenco» al presidente dopo la festa del Ringraziamento (il 27 novembre). Da parte sua Trump ha dichiarato di prevedere di nominare un sostituto entro la fine dell'anno, escludendo che Bessent lasci l'attuale incarico al Tesoro per assumere la guida della banca centrale. Il mandato di Powell non scadrà prima del 15 maggio 2026 ma ormai il cambio è scontato. «Lo rimuoverei in un batter d'occhio, ma dicono che ciò disturberebbe il mercato, tanto lui se ne andrà tra sette o otto mesi e io metterò qualcun altro, quindi molto probabilmente resterà al suo posto», aveva detto Trump a luglio dopo settimane di critiche e offese quasi quotidiane a Powell perché non abbassava i tassi di interesse aggravando il costo del debito pubblico. A metà settembre il suo desiderio era stato esaudito con la sforbiciata del tasso overnight da parte del Federal Open Market Committee di un quarto di punto. Powell e i suoi colleghi hanno intanto spostato la loro attenzione politica sul rallentamento del mercato del lavoro. Mentre lo shutdown del governo statunitense ha bloccato la diffusione della maggior parte dei dati macroeconomici. C'è, dunque, grande attesa per la riunione della Fed che si riunirà domani. Gli analisti scommettono su un taglio dei tassi di 25 punti base. L'attenzione è però rivolta a cosa dirà Powell, che difficilmente si sbilancerà su un altro taglio a dicembre così come sulle mosse per l'anno prossimo, ma potrebbe annunciare la fine del 'Quantitative Tightening', ovvero la riduzione del bilancio iniziata nel 2022, con l'obiettivo di raggiungere un livello di riserve bancarie «abbondanti» senza creare turbolenze nei mercati e drenando liquidità dagli stessi.
Giovedì toccherà alla Bce decidere sui tassi.
Le Borse europee ieri hanno chiuso la seduta all'insegna dell'ottimismo per l'accordo quadro preliminare che sarà approvato dai Trump e Xi durante il loro incontro, sempre giovedì, in Corea del Sud. A Milano il Ftse Mib ha guadagnato l'1%, Parigi lo 0,16%, Francoforte lo 0,31% e Londra lo 0,06 per cento.