Dopo anni di immobilismo con finanziamenti mai spesi che inesorabilmente riprendevano la strada di Bruxelles, adesso la Sicilia sembra avere imboccato la strada del rigore economico e della programmazione finanziaria. A giugno, nell'ultimo report della Regione Siciliana attraverso il monitoraggio effettuato dal dipartimento Programmazione, è stato annunciato che sono state utilizzate tutte le risorse disponibili del programma Po Fesr Sicilia 2014-2020, e per il ciclo 2021-2027 è stata già spesa la cifra record di 660 milioni di euro. Già impegnati, inoltre, più di 312 milioni dei fondi di sviluppo e coesione. A Palazzo D'Orleans, sede della presidenza della Regione siciliana, si guardano i numeri che certificano l'operatività dei dipartimenti regionali, che attraverso una sana programmazione sono tornati ad indire bandi e a spendere per finalità sociali. Soddisfazione da parte del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che nell'ultimo incontro con il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR, Tommasi Foti, ha ribadito la necessità di: "lavorare insieme, al fine di individuare soluzioni condivise e concrete, in grado di rispondere efficacemente alle necessità dei territori e di rafforzare l'efficacia degli strumenti di sviluppo e coesione".
Il Po Fesr 2014-2020
Analizzando nel dettaglio il Po Fesr Sicilia 2014-2020 i progetti realizzati sono più di 6.500. Secondo le prospettive di spesa al 31 luglio 2025, termine ultimo per la certificazione finale a Bruxelles:"il programma chiuderà con una spesa di 3,88 miliardi, dei quali 3,62 di risorse Ue, con un overbooking di circa 200 milioni rispetto alla quota di 3,42 miliardi inizialmente fissata - spiegano i vertici di Palazzo d'Orleans -. Tutte le risorse disponibili di provenienza comunitaria sono state utilizzate, anche grazie alla variazione della quota di cofinanzamento Ue portata negli anni dall'80% al 100%". La parte residua di cofinanziamento nazionale che concorre alla dotazione originaria, pari a 4,28 miliardi, resta a disposizione della Regione e viene utilizzata per portare a termine tutti gli interventi già inseriti nel programma, ma che non possono più avere copertura con le risorse comunitarie. I pagamenti effettivi ammontano nel complesso a 3,96 miliardi di euro.
Il Po Fesr 2021-2027
Se il ciclo 2014-20 si è concluso positivamente, la strada dei finanziamenti Po Fesr Sicilia 2021-2027 certificano che la spesa è promettente anche per i prossimi programmi europei. Lo dicono i numeri: i risultati sono incoraggianti per potenzialità di spesa e programmazione. Dopo due anni dalla ratifica nazionale, sono stati avviati 62 procedure di spesa per un valore di circa 2,14 miliardi di euro e selezionati più di 270 interventi dal costo ammissibile totale superiore a 660 milioni di euro. Ad oggi, i pagamenti effettivi superano i 53 milioni di euro, a cui si aggiungono circa 312 milioni di euro destinati ad altre linee di finanziamento settoriale.
Come sono stati spesi i fondi
La gestione delle risorse si è concentrata sugli obiettivi strategici della politica di coesione dell'Unione europea attraverso progetti per il trasferimento tecnologico e per l'innovazione: con un investimento da 151 milioni di euro. Altri 89 milioni di euro per sostenere le piccole e medie imprese per l'efficienza energetica. Ben 72 milioni di euro come sostegno alle infrastrutture di ricerca con azioni specifiche per ammodernare il sistema regionale della ricerca. Il resto è stato investito per la transizione digitale e interventi sulla mobilità sostenibile nelle principali città siciliane. La Regione Siciliana ha deciso di investire le risorse attraverso parametri legati alla sostenibilità, all'innovazione e alla competitività, valorizzando sempre più la collaborazione tra pubblico, privato e le università siciliane.
L'esempio della mobilità sostenibile
Per quanto concerne gli investimenti secondo i dati forniti dall’assessorato regionale alle Infrastrutture sono aumentati gli investimenti per la mobilità sostenibile, e
in particolare, i treni Pop acquistati anche con i fondi Ue e immessi in servizio tra Palermo, Catania e Messina, capaci di portare la media di traffico regionale fino a 55mila passeggeri al giorno, nel 2017 erano 35mila