Gas, le scorte italiane sono in calo all'88,6%. Corsa agli stoccaggi per fronteggiare l'inverno

Gas, le scorte italiane sono in calo all'88,6%. Corsa agli stoccaggi per fronteggiare l'inverno

L'arrivo dell'inverno e l'abbassamento delle temperature, rischia di concretizzare uno scenario evocato nei mesi passati con una carenza di gas per i Paesi europei. Lo testimonia il livello degli stoccaggi che dal 31 ottobre all'8 dicembre è sceso nell'Ue dal 94,3% all'89,41% con un calo più consistente in Italia rispetto a Germania e Francia. Se le scorte di gas tedesche sono passate dal 98,52% all'88,6% e quelle francesi dal 99,79% al 91,33%, negli ultimi trentotto giorni gli stoccaggi italiani sono scesi dal 95,32% all'88,6% bruciando oltre 13 terawattora.

Nonostante questo calo, proseguono gli stoccaggi di gas naturale per incrementare le scorte, così da affrontare meglio i mesi critici di gennaio, febbraio e marzo. In Italia, comunque il gas continua ad arrivare destinando una quota all'export a conferma del ruolo di hub europeo a cui punta il nostro Paese: ad oggi il gas importato proviene dall'Algeria come primo fornitore, seguito dall'Azerbaijan e dal gas naturale liquefatto mentre via Tarvisio fluisce il gas dalla Russia, minoritaria è invece la percentuale di metano derita di venerdì si è registrato il record storico di forniture giornaliere alla Cina da parte di Gazprom attraverso il gasdotto Power of Siberia.

Intanto continua a tenere banco il dibattito sui rigassificatori e circola l'ipotesi di un secondo impianto a Ravenna, spostando dopo tre anni quello previsto a Piombino. Il governatore della Toscana Eugenio Giani ha affermato: «Ho degli impegni molto precisi con Snam che sono ratificati su carta: nel porto di Piombino, dal momento in cui il rigassificatore inizia a funzionare, ci sta tre anni, poi sarà in una piattaforma offshore» aggiungendo però di non avere «elementi per dire che la soluzione possa essere Ravenna».

Di sicuro la priorità è rendere operativi il prima possibile i due rigassificatori per incrementare la quantità di gas liquido quanto mai necessaria all'Italia in questo momento.

Intanto in Europa dodici Stati membri chiedono un price cap sul gas più basso a 220 euro, accorciando da 15 a 5 giorni il tempo necessario per far scattare il meccanismo rispetto a quanto proposto dalla Commissione Ue in attesa della riunione dei ministri dell'energia della prossima settimana.

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