Politica economica

Assemblea di Federacciai: la siderurgia, settore chiave dell'industria italiana

L'intervento del Ministro Urso durante l'assemblea di Federacciai e la richiesta degli imprenditori di controllare il costo energia rispetto al resto d'Europa

Assemblea di Federacciai: la siderurgia, settore chiave dell'industria italiana

“L'industria italiana esiste perchè esiste la siderurgia” apre così il Ministro Urso il suo intervento all’assemblea di Federacciai, che si tiene in fiera Milano durante Made in Steel, la fiera internazionale dell’acciaio.

“E allora aiutate le imprese siderurgiche italiane a pagare meno l’energia” è l’appello che gli rivolge Antonio Gozzi, presidente di Federacciai. “La Germania paga l’energia 60 euro mwh, la Francia 65. Noi in Italia 135 euro mwh. La manifesta incapacità europea di adottare una comune politica energetica (si pensi alla surreale vicenda del price cap) ha condotto i singoli Stati a prendere misure autonome a sostegno delle imprese nazionali. Queste misure, ancora una volta, hanno penalizzato le imprese italiane che, come vedremo, stanno pagando l’energia elettrica più di quanto la pagano le concorrenti francesi, spagnole e tedesche”.

Urso risponde che faranno dell’Italia l’hub del gas, ma anche che riapriranno i giacimenti di materie rare: “sono 30 quelle critiche, 15 sono presenti in Italia: cobalto, litio, titanio. Perlopiù sotto parchi naturali. Bisogna iniziare ad avvisare i ragazzi che imbrattano i monumenti, che per decarbonizzare bisogna iniziare a riaprire i giacimenti italiani”.

Ma Gozzi chiede anche di aprire al nucleare: “Vogliamo esprimere al Governo, anche in questa sede, il nostro totale sostegno alla ripresa anche in Italia di questa opzione. Sappiamo che molti dicono che per l’Italia è troppo tardi e che i costi sarebbero troppo elevati. Sappiamo però anche che la velocità dell’innovazione tecnologica, l’avvento del nucleare di quarta generazione e dei microreattori rappresentano opportunità straordinarie da non perdere. Un mix virtuoso di energie rinnovabili, se possibile autoprodotte o approvvigionate con PPA, di turbogas decarbonizzati e di nucleare di nuova generazione comprato all’estero o realizzato con i microreattori nel nostro Paese rappresenterebbero una combinazione ideale per garantire all’industria energivora italiana sostenibilità e competitività al tempo stesso. ​ Noi- dice il presidente Federacciai- Abbiamo siglato con Ansaldo Energia un accordo di collaborazione per studiare insieme la possibilità che un consorzio di imprese italiane finanzi almeno una parte dell’investimento necessario per il raddoppio della centrale nucleare di Krsko in Slovenia e a fronte di questo apporto possa ottenere un PPA a prezzo fisso di energia nucleare da far transitare sulla nuova linea di interconnessione con la Slovenia che abbiamo l’obbligo di realizzare con Interconnector".

Urso è d’accordo: "proprio ieri sono stato in Romania con Ansaldo su una centrale a carbone, è stupido che noi italiane andiamo a farle all’estero comprando quell’energia e non possiamo farle in Italia”.

Su Ilva Federacciai dice che è necessario immediatamente il rifacimento di AFO 5 che è il vero vantaggio competitivo dello stabilimento, prevedendo tecnologie di decarbonizzazione come la carbon caputre. E poi aggiungere forni elettrici. Ma a patto che l’installazione di nuova capacità produttiva da forno elettrico, in Italia come in Europa, sia vincolata a garanzie in termini di approvvigionamento di preridotto (DRI) e di cariche metalliche. Come Federacciai chiediamo da anni l’adozione a livello europeo e nazionale di misure che consentano di proteggere il rottame come materia prima critica e strategica e di mantenerlo all’interno dell’Unione evitando un drenaggio di risorse a vantaggio di Paesi Terzi che non rispettano i nostri standard ambientali e di sostenibilità e che non hanno vincoli di riduzione di CO2 comparabili a quelli europei".

Per questa stessa ragione, anche su impulso di Federacciai, è nato tra tutti gli elettrosiderurgici italiani un consorzio denominato CEIP scarl che sta svolgendo che ha l’obiettivo di avviare un’attività di scouting all’estero e in Italia per l’installazione di uno o più impianti di DRI. Uno dei primi passi del Consorzio è stata la stipula di un accordo di collaborazione con la società pubblica DRI Italia che ha prodotto, come primo risultato, un’attività comune per l’elaborazione del progetto e per la presentazione della domanda per il finanziamento del secondo impianto di DRI a Taranto finalizzato a soddisfare i fabbisogni dell’elettrosiderurgia italiana.

Sulle politiche protezioniste sul rottame non è d’accordo Assofermet, che sottolinea come solo il 20 per cento del rottame europeo va all’estero, senza inficiare il mercato interno.

Su Ilva il ministro Urso sottolinea che il governo è intervenuto con decreto che ha ripristinato lo scudo penale, e ha riassunto al tribunale di Roma le eventuali controversie penali, senza proteste dalla comunità locale.

Aspetto che viene confermato da Gozzi, che ricorda come Ilva sia oggi lo stabilimento più ambientalizzato al mondo: “per la verità le opere di ambientalizzazione erano già state avviate dalla famiglia Riva, sono stati praticamente realizzati per intero e francamente non si capisce quali sono le ragioni per le quali la magistratura tarantina non procede al dissequestro degli impianti. Altra cosa è la decarbonizzazione, che serve per evitare il surriscaldamento globale, non per l’ambiente circostante. Non si può pensare a Taranto ad una produzione di acciaio totalmente realizzata dai forni elettrici non solo perché come detto il modello europeo è ibrido e va seguito anche lì, ma anche perché si deve spiegare dove è possibile trovare preridotto, cariche metalliche e rottame per 6/8 milioni di tonnellate anno".

Presenti in sala anche i parlamentari di Forza Italia Lara Come e Alessandro Cattaneo, il vicepremer Tajani interviene con una lettera essendo in missione con Mattarella: "Le aziende siderurgiche "sono protagoniste del sistema Italia, motore di crescita, lavoro e coesione sociale. Il settore rappresenta il 12% dell'export italiano, pari a oltre 73 miliardi di euro nel 2022. Promuovere e tutelare le nostre filiere produttive di eccellenza è una priorità del Governo, nel quadro della diplomazia della crescita che ho attivato sin dal mio insediamento al ministero. Rivolgiamo massima attenzione al comparto dell'acciaio alla luce delle trasformazioni del mercato, accelerate da pandemia e conflitto in Ucraina e delle sfide della transizione verde e digitale", ha detto il ministro, sottolineando che "il nostro è un impegno a 360 gradi, lavoriamo per prevenire e mitigare gli effetti indesiderati che il quadro sanzionatorio può generare sul mercato interno. Sosteniamo con determinazione le imprese siderurgiche italiane esportatrici".

Domani ultima giornata con l'intervento del Presidente di Acciaierie d'Italia Franco Bernabè.

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