
«Al Consiglio Ue sulla competitività, svoltosi ieri a Bruxelles, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato un vero ultimatum alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Al centro dell'intervento la situazione sempre più drammatica in cui si dibatte l'intero settore automotive europeo. «Non c'è più tempo per discussioni o rinvii, occorre decidere con la massima urgenza. Dobbiamo rimuovere le follie del Green Deal che hanno stretto come un cappio al collo le imprese europee», ha tagliato corto il ministro, ricordando come le posizioni espresse dall'Italia «registrino una sempre più larga convergenza a livello europeo». Di ieri, in proposito, il documento presentato a Bruxelles dal governo austriaco che ricalca le istanze espresse dall'Alleanza delle 40 Regioni automotive europee di cui è presidente l'assessore lombardo Guido Guidesi. «Sul dossier auto - ha aggiunto Urso - l'Italia ha posto fin dall'inizio la necessità di rivedere le regole del Green Deal e sono tre anni che chiediamo all'Europa di agire. Non possiamo passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a una dipendenza tecnologica con altri Paesi».
Da parte sua, la presidente della Commissione Ue, von der Leyen, in barba alle contrarietà espresse di recente da Mario Draghi sulla visione di una mobilità unicamente elettrica, insiste sulla soluzione delle piccole e-cars dal listino tra 15mila e 20mila euro come modo per convincere il mercato a sposare l'auto a batteria. 'Sosterremo i costruttori per immettere sul mercato modelli di piccole vetture pulite», ha puntualizzato von der Leyen. Il braccio di ferro, a questo putno, si fa più forte.
In Italia, intanto, salgono timori e allarme su Stellantis, gruppo sempre più indirizzato a investire e produrre all'estero a causa dei costi energetici più bassi come pure della manodopera. Algeria, Marocco e Spagna i Paesi in questo momento più favoriti. Ne ha parlato il leader della Fiom-Cgil, Michele De Palma, nel report presentato ieri e intitolato: «Stellantis, la grande fuga dall'Italia». Negli ultimi quattro anni, secondo i dati del sindacato, i dipendenti di Stellantis sono passati da 37.288 del 2020 a 27.632 nel 2024: andati persi in tutto 9.656 lavoratori. Dal 2004 al 2024, inoltre, il calo della produzione di auto è stato di 515.944 unità.
«Tutte cifre di un vero fallimento», ha affermato De Palma. Quindi, il punto sul ricorso agli ammortizzatori sociali: al primo settembre 2025 su 32.803 dipendenti, 20.233 sono interessati dalla cassa integrazione e i contratti di solidarietà, il 61,68 percento.