La manovra economica tra pensioni, casa e lavoro: quanto risparmieranno gli italiani

Il Cdm vara la legge di Bilancio. Ecco i principali provvedimenti che andranno a incidere soprattutto sui redditi medio-bassi, sulle donne lavoratrici e sulla genitorialità

La manovra economica tra pensioni, casa e lavoro: quanto risparmieranno gli italiani

Questa sera il Consiglio dei ministri varerà la legge di Bilancio 2025. Nell’attesa di un maggiore dettaglio sulle misure si possono già definire i principali pilastri della politica di riduzione della pressione fiscale. Si tratta di provvedimenti che vanno a incidere soprattutto sui redditi medio-bassi, sulle donne lavoratrici e sulla genitorialità.

Taglio del cuneo fiscale

Il piatto forte della manovra è rappresentato dalla conferma anche per il 2025 del taglio del cuneo contributivo di 7 punti per le retribuzioni fino a 25mila euro lordi annui e di 6 punti fino a 35mila euro. La misura coinvolge circa 14 milioni di lavoratori dipendenti con un vantaggio di circa 100 euro al mese in busta paga. Per la conferma dell’intervento occorrono circa 11 miliardi di euro.

Questo sgravio si accompagna alla conferma della rimodulazione delle aliquote Irpef, tagliate sin da quest’anno da quattro a tre(costo 4 miliardi) con l’accorpamento di quella del 25% (che incideva sui redditi da 15mila a 28mila euro) alla minima del 23%. In particolare, dal 2025 si pensa a una rimodulazione del taglio dei contributi per garantire la massima efficacia anche per i redditi superiori a 28mila euro. Si pensa di spostare alcuni tagli sull’Irpef (nella fascia di redditi tra 20.000 e 35.000 euro, con un decalage fino a 40.000 euro per non penalizzare chi supera i 35.000 euro).

All’interno della maggioranza si discuterà fino all’ultimo sulla possibilità di ridurre dal 35 al 33% l’aliquota intermedia dell’Irpef e di innalzare fino a 60mila euro il limite dello scaglione, oltre il quale scatta l’aliquota del 43%. Questa nuova misura coinvolgerebbe circa 8 milioni di lavoratori, il cosiddetto ceto medio. Il costo stimato del combinato disposto è di circa 2,2 miliardi.

Famiglie

Uno degli obiettivi sempre dichiarati dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è recuperare risorse per favorire la natalità e la genitorialità. Recuperare risorse non è facile ma lo schema di lavoro di un simile intervento è già pronto. In pratica si alzerebbero le detrazioni per le spese legate ai figli come scuola, università e sport. Ad esempio, si pensa di aumentare la detrazione al 19% per l’affitto di una stanza di un universitario che oggi è consentita a fino a un massimo di 2.633 euro. Idem per le spese scolastiche che consentono di scaricare il 19% fino a un massimo di 800 euro a figlio. Il limite potrebbe essere innalzato fino a 1.000 euro. In questo modo si riduce la base imponibile soggetta alla tassazione e quindi anche le tasse pagate dalle famiglie numerose. Le altre ipotesi di lavoro prevedono anche una riscrittura delle franchigie (ovvero la soglia da superare per accedere ai rimborsi) o, addirittura, un rafforzamento dell’assegno unico.

Maternità

Un altro target è la conferma del bonus mamme per le lavoratrici madri con almeno due figli, che sono circa 570mila e che oggi stanno usufruendo dl questo incentivo rafforzato (azzeramento dei contributi a carico fino a compimento del decimo anno del figlio più piccolo). Per le lavoratrici madri con almeno tre figli questo incentivo è triennale.

Lavoro

Molto probabile la conferma della tassazione al 5% per i premi di produttività entro i 3mila euro d’importo, per redditi fino a 80milaeuro; l’incentivo scade a fine anno (la precedente tassazione era del 10%). Questa misura è considerata una priorità dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, insieme agli interventi a favoredella genitorialità. Anche perché la misura sta funzionando. A metà luglio i contratti attivi che prevedono premi di risultato erano 15.186, il 23,9% in più rispetto alla stessa data del 2023. A beneficiarne sono 4,4 milioni di lavoratori.

Stesso discorso per la detassazione dei fringe benefit esentasse (saliti da 258.23 a 1.000 euro per tutti dipendenti e 2mila euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico). I fringe benefit comprendono le somme erogate o rimborsate dal datore per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale oltre che le spese per l’affitto o il mutuo della prima casa. A queste voci potrebbero aggiungersi i contributi alla sanità integrativa.

Misure sociali

In cerca di conferma, ma non dovrebbero esserci grandi problemi, anche due misure destinate ad alleviare le spese, soprattutto per le fasce di reddito medio-basse. In primo luogo, la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro (costo 440 milioni) e la social card per gli acquisti alimentari, di carburanti e di titoli di trasporto (nel 2024 sono stati stanziati 600 milioni di euro cui si sono aggiunti 50 milioni residuati dal 2023).

Pensioni

Il capitolo pensioni non dovrebbe contenere molte novità per quanto riguarda le misure per flessibilizzare le uscite. È attesa la conferma sia per Ape social che di Opzione donna e Quota 103, misure che consentono di anticipare il ritiro a fronte di una conversione interamente contributiva del proprio montante. Si ragionerà fino all’ultimo, invece, sugli incentivi per restare al lavoro. In particolare, sull’esenzione fiscale per il bonus Maroni (ossia il riaccredito del 9,19% di contribuzione del lavoratore che ha già raggiunto i requisiti di pensionamento) o su una sua equiparazione ai premi di produzione. Ma non è escluso che possa essere introdotto un accredito figurativo per l’importo previsto dal bonus e che questo sia esteso anche per chi ha i requisiti per la pensione anticipata indipendente dall’età, ovvero ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi. Una possibilità che, però, necessita di risorse. Si lavora, inoltre, a un nuovo round di silenzio-assenso per il conferimento del Tfr ai fondi previdenziali per chi non avesse esplicitamente manifestato l’opzione. Previsti nuovi incentivi per convincere i dipendenti pubblici a restare al lavoro dopo i 65 anni di età.

Sanità

La manovra dovrebbe, inoltre, aumentare i fondi per la sanità, prevedendo una crescita della spesa oltre il limite dell’1,5% previsto per l’aggregato della spesa netta. Gli ultimi rumor indicano addirittura un incremento di 3,2 miliardi anziché i 2 miliardi di cui si parlava fino ad ora. Il Fondo sanitario nazionale 2025 salirebbe così a 138 miliardi di euro. Non è ancora chiaro il dettaglio della spesa: per il ministro della Salute Schillaci la priorità sono le assunzioni di 10mila medici e 20mila infermieri. Ma gli operatori del settore reclamano anche gli sgravi sull’indennità di specialità, una flat tax al 15% che consentirebbe di aumentare le buste paga di poco più di 200 euro per coloro che hanno minore anzianità. Non è detto che la detassazione avvenga in una sola tranche, parte del taglio potrebbe essere rinviato anche al 2026. Nel menu della manovra è compreso anche il rinnovo dei contratti pubblici del periodo 2025-27 per tenere conto dell’andamento dell’inflazione.

Casa

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha confermato l’intenzione di mantenere al 50% il livello delle detrazioni fruibili su base decennale (ad esempio su 100mila euro di spesa si

potranno detrarre 5mila euro per 10 anni) per le ristrutturazioni edilizie con finalità di risparmio energetico sulle prime case. Per gli altri immobili il beneficio è previsto che il beneficio cali al 36%.

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