Politica economica

Più chip per "accendere" una intelligenza artificiale europea

L’orizzonte economico-finanziario Italia, resta nebuloso, seppur con qualche mini segnale di miglioramento

Più chip per "accendere" una intelligenza artificiale europea

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L’orizzonte economico-finanziario Italia, resta nebuloso, seppur con qualche mini segnale di miglioramento. La conferma dell’Istat della crescita del Pil dello 0,7%, consente di trasbordare sull’anno in corso un +0,2%; poca cosa, ma pur sempre un piccolo balzo in avanti. Ben peggio la produzione industriale che chiude con un -2,5%, in controtendenza l’occupazione, il cui tasso è intorno al 62%, con la disoccupazione scesa al 7,2%. Dati in chiaroscuro che, per quanto attiene alla Pil 2023 sono stati comunque raggiunti grazie a un turismo particolarmente prolungato nel tempo e nella disponibilità alla spesa che ha alimentato il terziario, la cui incidenza relativa alle molteplici componenti che lo compongono concorre ormai per il 70% nella formazione del Pil, contro il 20% del secondario (industria, artigianato, edilizia) e il 2% del primario (agricoltura e affini).


L’Italia è sempre più trainata dai servizi, i quali saranno quelli maggiormente soggetti all’impiego dell’AI, artificial intelligence. Un settore dove non siamo certo in prima fila per quanto attiene alle tecnologie impiegate che spaziano dagli assistenti vocali/virtuali, i quali usufruiscono di algoritmi di intelligenza artificiale sia per il riconoscimento del linguaggio naturale sia per l’apprendimento e l’analisi delle abitudini e dei comportamenti degli utenti. Neppure Eurolandia dispone di grandi imprese che realizzano le componenti necessarie per l’Ai, condizione che allontana l’Europa dal poter incidere autonomamente e sostanzialmente sulla sua evoluzione, diventando meramente solo una utilizzatrice, con scarso ritorno sul sistema socio-economico e sui mercati finanziari. In verità la franco-italiana StM fa parte della partita, grazie alla produzione di microchips. StM ha accelerato sull’intelligenza artificiale e ha lanciato un set per aiutare le aziende a trasformare i loro prodotti, attraverso un sistema integrato di strumenti software. Il tutto è stato pensato per offrire a sviluppatori e aziende un’abilitazione per l’intelligenza artificiale in applicazioni industriali, automotive, di elettronica di consumo e di comunicazione. Insomma un’ampia gamma di hardware e software, supportati anche da partnership con fornitori di servizi cloud di Ai.


Va però detto che la forza economico-finanziaria delle società Usa rispetto all’europea StM è enormemente a favore delle prime, le cui capitalizzazioni di Borsa e disponibilità agli investimenti è di ben altra grandezza. Sarebbe importante che su StM si concentrasse la piena attenzione degli Stati guida di Eurolandia, in aggiunta al nostro e a quello francese, in modo di aumentare la potenza di fuoco e realizzare ulteriori insediamenti produttivi in Europa. La sfida o meglio il percorso dell’intelligenza artificiale è sicuramente ancora lungo, ma il suo utilizzo-impiego cammina con la stessa rapidità che impose Iinternet, che in 20 anni è diventato dominante. Il peso di AI, potrebbe essere addirittura più rilevante ed essere tra i protagonisti della sua cavalcata, in tutti gli innumerevoli passaggi e coinvolgimenti.

Per riportare Eurolandia a essere uno dei quattro poli di riferimento del sistema economico-finanziario globale, è indispensabile accelerare gli investimenti in AI, così come stanno facendo Usa, Cina, Asia e India e grazie all’immensa ricchezza finanziaria i Paesi Arabi.

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