La Fed mette un freno alle aspettative di un ciclo di allentamento rapido: nel 2026 la mediana delle proiezioni del FOMC indica un solo taglio dei tassi. È il segnale più netto emerso dal dot plot diffuso dopo la riunione del 10 dicembre 2025, una fotografia che racconta non solo l’orientamento futuro, ma soprattutto la crescente frattura interna sulla rotta da seguire.
Il messaggio arriva in una seduta già densa: la banca centrale ha tagliato di 25 punti base portando il target dei federal funds a 3,50%-3,75%, terza riduzione consecutiva. Ma la decisione è passata con un voto 9-3, uno dei livelli di dissenso più evidenti degli ultimi anni: due membri avrebbero preferito lasciare i tassi invariati, mentre uno avrebbe voluto un taglio più ampio. Una scelta che non è piaciuta a Donald Trump che ha bollato la decisione come insufficiente: "È stato un numero piccolo che avrebbe potuto essere più grande".
Per fine 2026 le stime oscillano in un range ampio, a conferma di un Comitato spaccato tra chi teme un’inflazione ancora troppo appiccicosa e chi vede il rischio di un raffreddamento eccessivo del lavoro.
In questo quadro, un solo taglio nel 2026 diventa più di una previsione: è una soglia di prudenza. La Fed vuole mantenere margini di manovra e ricordare ai mercati che la prossima gamba del ciclo non sarà automatica, ma dipenderà dai dati e dall’equilibrio – sempre più delicato – tra crescita e prezzi.