Un tavolo tra banche e industrie

Il presidente di Confindustria dice che non c'è tempo da perdere e invoca un maxi piano per le imprese. A quel tavolo decisionale, in nome del senso di responsabilità, dovrebbero sedere anche le banche

Un tavolo tra banche e industrie
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Di domani non c'è certezza, assicura il poeta. Piuttosto vero in generale e di certo lo è, in modo particolare, quando ci si confronta nel tempo ordinario con il mondo ondivago della finanza. E, probabilmente, nel caso di questo fondamentale settore, l'incertezza è dovuta sia alla sua natura e sia alle dinamiche che la contraddistinguono così dipendenti da scenari complessi inerenti alla politica, l'economia, la società civile. Tuttavia, quando emergono certezze che, in un modo o nell'altro toccano tutti, conviene evidenziarle. Ecco allora la buona notizia arrivata a noi proprio in questi giorni: il soddisfacente esito degli stress test per le banche italiane. Che, alla prova dei fatti, hanno mostrato di essere fra le più solide pur in un quadro di grave recessione del Vecchio continente. Per un Sistema Paese sostanzialmente a vocazione bancocentrica, rappresenta un risultato apprezzabile.

Solo soggetti scriteriati possono augurarsi e augurare uno stato di cattiva salute per gli istituti di credito o addirittura fare il tifo per la scomparsa degli sportelli. D'altronde, c'è sempre qualcuno che tiene in vita il pensiero di Bertold Brecht quando scrive che chi fonda una banca è più pericoloso di chi quella banca rapina. Ma mantenersi saggiamente alla larga da tali voli pindarici e pensieri distruttivi, non vuol dire assolvere in qualunque caso, l'operato delle banche.

Criticarne metodi e indirizzi è più che legittimo. E sono molte le pagine di storia che ne raccontano traversie, azzardi, capitomboli e difficili da digerire per il contribuente aiuti di Stato. E adesso che sono in salute, che non sono stressate, cosa hanno in mente di fare oltre a giocare al risiko, per sostenere l'economia reale in una stagione densa di interrogativi? Il presidente di Confindustria dice che non c'è tempo da perdere e invoca un maxi piano per le imprese.

A quel tavolo decisionale, in nome del senso di responsabilità, dovrebbero sedere anche le banche, in quanto fondamentale anello affinché anche il Sistema Paese possa affrontare, con qualche certezza in più, il suo difficilissimo stress test.

www.pompeolocatelli.it

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