Politica estera

Germania, l'estrema destra nel mirino dell'intelligence: "Incompatibile con la costituzione"

L'ascesa di Alternative für Deutschland preoccupa l'intelligence interna, mentre il partito esclude di voler inserire nel suo programma l'uscita dall'Unione europea. "Ma serve una riforma di questo mostro burocratico"

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C'è grande entusiasmo nell'estrema destra tedesca. Con il 65,7% dei consensi, Alternative für Deutschland ha eletto, durante il Congresso del partito svoltosi sabato a Magdeburgo, capitale del Land Sassonia-Anhalt, nella Germania orientale, Maximilian Krah: sarà lui a guidare la campagna per le prossime elezioni europee. L'eurodeputato della Sassonia, membro del consiglio esecutivo federale dell'AfD dal 2022, è stato infatti designato come capolista, sostenuto dall'ala più radicale del partito che fa capo a Björn Höcke, già osservato speciale dellintelligence interna nel 2019 per le sue posizioni.

"Ora siamo il partito di destra più entusiasmante di tutta Europa" ha rimarcato Krah durante il suo discorso. Il congresso si è svolto in una clima di tensione nella città di Magdeburgo, dopo che il partito ha votato per rafforzare i suoi legami con altri partiti della destra europea nel gruppo di Identità e Democrazia (Id) nel quale è presente anche la Lega, con la previsione di eleggere almeno 20 eurodeputati alle prossime elezioni europee del 2024. La formazione politica, che continua a crescere, vive un momento di grande popolarità, toccando il 22% nei sondaggi, appena dietro i conservatori di Merz e davanti ai socialdemocratici (Spd) del cancelliere Olaf Scholz. Momento positivo suggellato dall'elezione, per la prima volta nella sua storia, di un sindaco iscritto al partito, nella Sassonia-Anhalt.

L'allarme dell'intelligence interna

L'ascesa dell'Afd preoccupa il presidente dell'intelligence interna Bfv, Thomas Haldenwang. Quest'ultimo ha dichiarato ai media tedeschi che l'ultimo congresso dell'Afd, nel quale i delegati hanno eletto candidati appoggiati dall'estrema destra del partito per le prossime elezioni europee, rappresenta "uno sviluppo preoccupante" e dimostra ancora una volta "la nostra valutazione sul fatto che ci sono forti correnti anticostituzionali all'interno del partito la cui influenza continua a crescere". L'elenco completo dei candidati e il programma del partito per le elezioni del Parlamento europeo non sono ancora definitivi, ha aggiunto, ma è già chiaro che "persone che hanno attirato l'attenzione in passato con posizioni non compatibili con il nostro ordine costituzionale libero e democratico, faranno parte del gruppo AfD nel prossimo Parlamento europeo".

E ora in Germania c'è chi ipotizza di mettere al bando il partito: un'ipotesi choc che avrebbe inevitabilmente gravi ripercussioni, dato che non parliamo di un partitino che raccoglie l'1% ma di una formazione che, a dieci anni dalla fondazione, ha una sua storia e un suo elettorato fedele. Ad approfondire la possibilità di mettere al bando l'AfD è stato, di recente, il German Institute for Human Rights (Gihr), che fa parte della rete europea delle istituzioni nazionali per i diritti umani ed è stato co-fondato dall'Unione europea stessa.

Obiettivo: indebolire l'Unione europea

Alice Weidel, leader dell’Afd, ha ribadito in occasione del Congresso che il partito vuole ridurre il peso delle istituzioni europee a favore dellle sovranità nazionali, ma non l'uscita di Berlino dalla Germania. "Stiamo lavorando per rafforzare gli stati-nazione all'interno dell'Ue", ha affermato, mentre la dirigenza del partito si dichiara favorevole all'abolizione dello stesso Parlamento europeo. Quanto alla (vecchia) proposta di uscita dall'Unione europea ("Dexit"), Krah si è dichiarato contrario, spiegando che la cosiddetta Dexit "non è nella nostra bozza di programma". "Per quanto riguarda Dexit, la Germania uscirebbe e tutti gli altri resterebbero dentro, quindi non lo vogliamo" ha ribadito. "Ciò che serve, però, è una riforma fondamentale di questo mostro burocratico".

L'Europa del futuro, ha aggiunto, "deve essere un'Europa delle patrie e non un'Europa dei burocrati".

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