Politica estera

"Africa Corps" in Libia: i russi si schierano i mercenari sulle sponde del Mediterraneo

Nel corso di aprile, navi cargo e aerei della Federazione hanno trasportato in Cirenaica decine di militari, artiglieria, veicoli corazzati e mezzi leggeri. La Libia fungerà da centro di comando per le operazioni del Cremlino a sud

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L’esercito russo ha messo gli stivali sul terreno in Libia. Le truppe dell’”Africa Corps”, formazione che andrà a sostituire nel continente gli uomini della Wagner, hanno iniziato lo spiegamento nel sud del Paese ancora lacerato da divisioni e scontri interni.

Nei giorni scorsi, aerei cargo con decine di soldati sono atterrati nell’aeroporto di Brak al-Shati, mentre navi mercantile cariche di attrezzature hanno attraccato al porto di Tobruk, nel territorio controllato dal generale Khalifa Haftar. Nel mese di aprile, durante le ripetute visite del viceministro della Difesa del Cremlino Yunus-Bek Yevkurov all’uomo forte della Cirenaica, i vascelli da sbarco Ivan Gren e Alexandr Otrakovskiy in arrivo dall’approdo siriano di Tartus hanno trasportato in Libia artiglieria trainata, veicoli corazzati e mezzi leggeri come pick-up o camion Gaz e Kamaz, oltre a dispositivi antiaerei Zu-32-2. Un dispiegamento di forze considerevole, che andrà a sostenere la presenza del “Corpo africano” già segnalata in Burkina Faso e Niger.

Quest’ultimo Paese ha accettato a gennaio di intensificare la propria cooperazione militare con la Russia dopo aver espulso le truppe francesi schierate per assistere nella lotta alle milizie jihadiste. Sabato 20 aprile, inoltre, gli Stati Uniti hanno iniziato il ritiro del proprio contingente. Oltre ai territori controllati da Niamey e Ouagadougou, i mercenari russi estenderanno le loro operazioni anche in Mali, Repubblica Centrafricana e la stessa Libia, dove si trovano basi aeree strategiche come Al-Jufra che faciliteranno i voli militari della Federazione verso sud. L’obiettivo del Cremlino, che ha previso il completamento del suo centro di comando nel continente entro il 2024, è di rafforzare la propria influenza tramite la forza militare in una zona in cui la presenza occidentale si è rapidamente assottigliata e indebolita nel corso degli ultimi anni. Sotto il controllo di Mosca vi sono già riserve petrolifere, miniere di diamanti e giacimenti minerari, parti dell’impero costruito dalla compagnia Wagner guidata dall’ormai defunto Evgenij Prigozhin.

Attualmente, gli analisti hanno stimato che la presenza russa nella Libia orientale sia compresa tra i mille e i 1.500 individui.

Il numero è probabilmente destinato ad aumentare, considerando da un lato che i rimasugli della Pmc dello “chef di Putin” stanno venendo progressivamente inquadrati all’interno della struttura militare della Federazione e, dall’altro, le porte lasciate aperte dall’Occidente con il suo ritiro e il risentimento della popolazione locale verso gli Stati del blocco Ue-Nato.

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