Politica estera

Braccialetti elettronici ai migranti”: la proposta che fa discutere

Londra vuole introdurre i braccialetti elettronici per i migranti. Gli arrivi sono troppi per le strutture di accoglienza, ormai al limite, e il governo intende fermare gli ingressi illegali nel Paese

“Braccialetti elettronici ai migranti”: la proposta del Regno Unito che fa discutere

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“Braccialetti elettronici ai migranti”: la proposta del Regno Unito che fa discutere

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Braccialetti elettronici, muniti di segnale Gps, per monitorare i migranti che arrivano nel Regno Unito e che non riescono a essere inseriti nelle strutture di detenzione. L'ultima ipotesi nella gestione dei migranti del governo inglese ha destato non poco scalpore, trattandosi solitamente di una misura riservata a criminali agli arresti domiciliari. Ma, secondo l'amministrazione britannica, un buon motivo ci sarebbe per introdurre questa legge: il Regno Unito è attualmente invaso da migranti che approdano in Gran Bretagna e le strutture di detenzione sono troppo poche. Così come accade in Italia, alcune persone, dopo il loro arrivo, spariscono o si danno alla latitanza per paura di essere rigettati e rimpatriati dall'amministrazione locale.

Cosa propone il governo inglese

Le autorità dell'Home Office, ufficio equivalente al ministero degli Interni italiano, sono state rivestite del compito di trovare una soluzione a questo problema e, tra le varie ipotesi, c'è al vaglio anche quella dei braccialetti elettronici. Oltre a questa vi sarebbe la possibilità di sottoporre le persone all'obbligo di firma. L'idea è stata introdotta in seguito alla nuova legge - l'Illegal Migration Act - che prevede l'obbligo del governo di detenere e rimpatriare chi accede in modo illegale al Paese. Questo includerebbe anche chi avrebbe diritto all'asilo politico, essendoci per loro vie legali e sicure per richiederlo. Si tratta dunque di una misura di tolleranza zero per chi accede e si trova illegalmente nel Regno Unito, approvata e introdotta lo scorso luglio.

Il problema è che il sistema di detenzione vigente può accogliere attualmente solamente 2.500 persone, troppo poche per le ondate di centinaia di migranti che stanno preoccupando il Regno Unito. Chi non finisce nelle strutture apposite rischia poi di darsi alla latitanza, cosa che il governo vuole evitare a tutti i costi volendo bloccare definitivamente l'accesso per vie illegali al Paese, rimpatriando i migranti nei loro Paesi di origine o in Paesi terzi ritenuti sicuri.

I problemi della misura

Come riportato dal quotidiano The Times, i problemi rappresentati da un tale provvedimento sono da un lato il prezzo e dall'altro le eventuali implicazioni legali: organizzazioni umanitarie potrebbero, infatti, attaccare la misura dicendo che limita la libertà di movimento dei migranti. Fino a oggi sono 175mila le richieste di asilo politico pervenute al Regno Unito e la loro gestione costa 4 miliardi di sterline all'anno al governo e, trattandosi di denaro riscosso tramite le tasse, ai cittadini inglesi.

L'aumento dei migranti è dato soprattutto dal passaggio incontrollato delle acque della Manica, effettuato la maggior parte delle volte attraverso imbarcazioni di piccole dimensioni. Fino a ora sono 19mila i migranti che nel 2023 hanno raggiunto le coste della Gran Bretagna via mare.

I piani inglesi per ampliare il sistema di detenzione procedono nel frattempo a rilento, con solamente 290 nuovi posti che si aggiungeranno entro luglio 2024.

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