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Trattori e lacrimogeni davanti al Parlamento Ue: la protesta degli agricoltori infiamma Bruxelles

Dalla Politica Agricola Comune fino al Mercosur, passando alla guerra dei dazi con gli Usa: tutte le ragioni delle proteste

Trattori e lacrimogeni davanti al Parlamento Ue: la protesta degli agricoltori infiamma Bruxelles
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Trattori in colonna, strade bloccate nel quartiere europeo e tensione a ridosso del Parlamento: migliaia di agricoltori arrivati a Bruxelles hanno protestato mentre i leader dell’Unione erano riuniti per un vertice in cui il dossier più divisivo, oggi, è l’accordo commerciale UE-Mercosur. Sarebbero circa 8.000 i manifestanti e un migliaio i trattori presenti nel quartiere europeo. Al corteo hanno preso parte anche Coldiretti e Cia-Agricoltori Italiani.

La cronaca della giornata si è concentrata a Place du Luxembourg. Secondo ANSA, la polizia è intervenuta prima con idranti e poi con fumogeni; dai manifestanti sono partiti lanci di patate, barbabietole, uova ma anche pietre, bottiglie e petardi, e risultano danneggiate le vetrate della “Stazione Europa” affacciata sulla piazza. Al centro della protesta c’è il timore che l’intesa con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Bolivia) apra la porta a un aumento di importazioni agricole a prezzi più bassi, percepite come concorrenza “sleale” perché prodotte con standard ambientali e sanitari diversi da quelli europei.

Mercoledì, l'Italia ha espresso le sue riserve , unendosi all'opposizione guidata dalla Francia alla firma del massiccio accordo di libero scambio transatlantico tra l'UE e i cinque paesi attivi del Mercosur. Il presidente francese Emmanuel Macron si è scagliato contro l'accordo al suo arrivo al vertice UE di oggi, spingendo per ulteriori concessioni e ulteriori discussioni a gennaio. Ha affermato di aver discusso con colleghi italiani, polacchi, belgi, austriaci e irlandesi, tra gli altri, per rinviarlo. "Gli agricoltori devono già affrontare un'enorme quantità di sfide", ha affermato, mentre le proteste degli agricoltori sconvolgono le regioni francesi. "Non possiamo sacrificarli con questo accordo". La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è determinata a firmare l'accordo, ma ha bisogno del sostegno di almeno due terzi dei paesi dell'UE. L'opposizione italiana darebbe alla Francia voti sufficienti per porre il veto alla firma. "La mia sorpresa è stata apprendere che l'Italia, insieme alla Francia, non voleva firmare l'accordo (Ue-Mercosur). Ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all'accordo, che sta vivendo un certo imbarazzo politico a causa degli agricoltori italiani, ma che è certa di poterli convincere ad accettarlo. Poi mi ha chiesto che se avessimo avuto pazienza per una settimana, 10 giorni, al massimo un mese, l'Italia avrebbe aderito", ha dichiarato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva in una conferenza stampa.

La mobilitazione si inserisce in una protesta ormai strutturale che attraversa l’Europa e che vede gli agricoltori denunciare un progressivo indebolimento del settore primario, schiacciato da regole sempre più stringenti, costi di produzione elevati e una percezione diffusa di scarsa tutela da parte delle istituzioni comunitarie. Nel mirino finiscono la Politica Agricola Comune, giudicata da molti operatori svuotata di risorse e capacità di intervento, e un quadro finanziario pluriennale ritenuto insufficiente a garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni.

Secondo i rappresentanti del mondo agricolo, le scelte europee degli ultimi anni stanno erodendo la competitività dei prodotti agroalimentari europei e mettendo in difficoltà migliaia di imprese, soprattutto nei territori rurali. Le proteste di Bruxelles arrivano infatti dopo mesi di mobilitazioni nazionali e regionali che hanno già coinvolto Francia, Italia, Germania, Belgio e Spagna, segnalando un disagio diffuso e trasversale.

Tra le proposte che emergono dal fronte agricolo europeo vi è la richiesta di una profonda revisione della PAC, con l’introduzione di nuovi meccanismi di sostegno al reddito e di strumenti assicurativi capaci di proteggere le aziende più vulnerabili.

Viene inoltre sollecitata la convocazione di una grande Conferenza europea dell’agricoltura, che possa definire una strategia di lungo periodo per il rilancio del comparto e per il rafforzamento del ruolo dell’Unione in un contesto geopolitico sempre più competitivo.

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