Ecco chi sono i due uomini che vogliono incastrare Trump

Sale la tensione negli Stati Uniti per l'incriminazione dell'ex presidente Donald Trump. Che accusa: "Il giudice Merchan mi odia". Chi è il giudice nato a Bogotà che dovrà supervisionare il processo contro l'ex presidente

Ecco chi sono i due uomini che vogliono incastrare Trump

L'incriminazione decisa dal procuratore distrettuale democratico Alvin Bragg nei confronti dell'ex presidente Donald Trump per aver pagato un’attrice hard – la pornostar Stormy Daniels – prima delle elezioni presidenziali del 2016, sta infammiando il dibattito politico statunitense. Da una parte, gli acerrimi nemici del tycoon esultano per la decisione di Bragg: dall'altra i repubblicani accusano il procuratore di essere iper-politicizzato e derubricano l'intera vicenda a una persecuzione politica. Ora la palla passa al giudice Juan Manuel Merchan, il primo che si occuperà di un caso in cui l’imputato è un ex presidente degli Stati Uniti d'America. Un processo che entrerà nella storia, con pesanti strascichi in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

Chi giudicherà ora l'ex presidente

Merchán è nato a Bogotá, Colombia, nel 1962. All'età di sei anni emigra con la famiglia nella Grande Mela, crescendo a Jackson Heights, Queens. Dopo aver studiato al Baruch College di Manhattan, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso la Hofstra University di Long Island, nel 1994. Successivamente, Merchán prima realizza il suo sogno e viene nominato giudice, nel 2006, e poi, nel 2009, giudice ad interim presso la Corte Suprema, nella Contea di New York. Trump ha fatto sapere che si tratta di un processo fantoccio perché Merchan lo "odia". In effetti, i due si sono già "incontrati" nel recente passato: il giudice nato a Bogotà e assegnato al suo caso è infatti lo stesso che ha già condotto l'indagine contro la sua organizzazione - la Trump Organization - conclusasi a gennaio con una multa di 1,6 milioni di dollari. Il giudice ha inoltre presieduto il processo l'ex chief financial officer del tycoon, Allen Weissel berg, vicinissimo allo stesso The Donald e supervisiona il caso contro l'ex stratega del tycoon, Steve Bannon, che si è dichiarato non colpevole di accuse di riciclaggio di denaro, cospirazione e frode relative a un'organizzazione no profit che ha raccolto fondi per la costruzione di un muro al confine tra Stati Uniti e Messico. Per questo motivo Trump sta chiedendo a gran voce che il processo venga spostato poiché la corte di Manhattan è "di parte" e non può garantire, a suo dire, un processo equo e imparziale.

Chi è il procuratore anti Trump

Ma chi ha portato Trump davanti alla corte è il procuratore distrettuale Alvin Bragg. Scorrendo il suo curriculum si scopre innanzitutto che Bragg è stato il primo afroamericano eletto alla carica di procuratore distrettuale della contea di New York nel 2021. In passato ha frequentato prima la Trinity School, per poi approdare alla prestigiosa Università di Harvard, dove ha conseguito la laurea in giurisprudenza. Nel 2003, ha lavorato nell'ufficio del procuratore generale di New York sotto Eliot Spitzer, mentre nel 2009 ha ha presto servizio come assistente procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale della Grande Mela. Il 49enne di Harlem - ma cresciuto a Striver's Row - ha giurato come procuratore distrettuale della Contea di New York il 1° gennaio 2022, dopo aver sconfitto il rivale repubblixano Thomas Kenniff nelle elezioni generali.

I repubblicani accusano Bragg di essere sul libro paga del finanziere liberal George Soros, fondatore dell'Open Society Foundations e nemico giurato dell'ex presidente. Come riferito dal New York Times, un portavoce di Soros ha dichiarato che i due uomini non si sono mai incontrati e che il magnate non ha dato soldi direttamente alla campagna di Bragg, smentendo così un legame diretto. "George Soros e Alvin Bragg non si sono mai incontrati di persona né hanno parlato per telefono, e-mail, Zoom, ecc.", ha sottolineato il portavoce del finanziere di origini ungheresi. "Non c'è stato alcun contatto tra i due". In realtà il collegamento fra i due esiste, perché Soros ha ripetutamente finanziato un gruppo liberal che ha sostenuto economicamente le campagne elettorali dei procuratori di sinistra come Color of Change, che ha speso quasi 500 mila dollari per supportare la candidatura di Bragg a New York. In linea con le idee politiche libertarie-ultra progressiste di Soros, Alvin Bragg ha declassato reati come rapina a mano armata, furto con scasso e spaccio di droga a "reati minori". Risultato: le aggressioni nella Grande Mela sono aumentate del 15% da quando è stato eletto, mentre i crimini gravi sono saliti del 22% nel corso del 2022. Non proprio dei risultati entusiasmanti per il procuratore anti-Trump.

L'inchiesta di Manhattan

L’inchiesta di Manhattan, come già rilevato su InsideOver, dura da cinque anni e si concentra su un presunto pagamento di 130.000 dollari alla pornostar Stormy Daniels, che ha affermato in passato di avere una relazione con il magnate. Il pagamento, secondo l’accusa, è stato effettuato negli ultimi giorni della campagna presidenziale del 2016 da Michael Cohen, l’ex avvocato di Trump. Nelle scorse settimane lo stesso Cohen avrebbe ribadito la sua versione davanti al gran giurì ed è tornato ad accusare l’ex presidente di avergli ordinato di pagare Daniels per insabbiare la vicenda. Lo stesso avrebbe fatto Daniels, che avrebbe confermato di aver ricevuto l’ingente somma di denaro dal faccendiere.

Altri procuratori distrettuali avevano evitato l'incriminazione di Trump: una volta entrato in carica, Alvin Bragg non ha invece avuto dubbi. D'altro canto, in passato la moglie del procuratore di chiara fede democratica - Jamila Ponton Bragg - aveva più volte attaccato Trump, sostenendo il suo arresto. E ora il marito l'ha "accontentata".

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