Il corpo del soldato Goldin e la trattativa per liberare 200 terroristi

Hamas: "Trovato a Rafah". Il ritorno potrebbe aiutare il "passaggio sicuro" dei miliziani fuori dai tunnel

 Il corpo del soldato Goldin e la trattativa per liberare 200 terroristi
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Ostaggio dopo ostaggio, si avvicina l'inizio della seconda fase del piano di pace per Gaza. Dopo l'identificazione del corpo dell'ostaggio Lior Rudaeff, 61 anni, ucciso nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre 2023 e consegnato venerdì dalla Jihad Islamica, ieri Hamas pare abbia individuato nel sud di Rafah il cadavere di Hadar Goldin, il tenente rapito e ucciso dal gruppo terroristico durante la guerra di Gaza del 2014 e unico a non essere stato ucciso nel massacro di due anni fa. Al momento sono 5, compreso Goldin, gli ostaggi defunti di cui si attende il ritorno in Israele. Ma sul corpo del soldato in mano agli estremisti da 11 anni ruota anche la trattativa sui 100-200 miliziani di Hamas asserragliati

proprio nei tunnel di Rafah, nel Sud della Striscia controllato da Israele. Gli Stati Uniti stanno lavorando perché si offra loro un passaggio sicuro, finora il governo Netanyahu si è messo di traverso, anche in attesa del cadavere di Goldin, il cui ritorno considera indispensabile per valutare. La restituzione potrebbe accelerare il negoziato.

Hamas ha diffuso il numero delle vittime di Gaza da inizio conflitto, un dato non verificabile e che include i combattenti: si tratta di 69mila. E chi sopravvive continua a soffrire. Gli aiuti sono insufficienti. Sono circa 150 i camion che entrano ogni giorno rispetto ai 600 fissati in fase di accordo. Secondo il Washington Post, il Centro di coordinamento militare e civile (Cmcc) istituito dagli Usa a Kiryat Gat, nel sud d'Israele, per l'attuazione del piano, sta sostituendo lo Stato ebraico nella supervisione dell'ingresso di aiuti. Washington precisa che le decisioni sono prese «congiuntamente», ma per il quotidiano staunitense il Cmcc sostituirà il Cogat, organismo israeliano responsabile delle attività civili nei territori palestinesi.

Il Guardian racconta di come Israele stia tenendo circa un centinaio di palestinesi di Gaza in

isolamento, in una prigione sottoterra, il complesso di Rakefet, chiuso nel 1985 perché ritenuto «disumano» e riaperto dopo il 7 ottobre per volere del ministro Ben Gvir). I detenuti non vedono mai la luce, non hanno cibo adeguato, subiscono botte e vessazioni e non possono ricevere notizie dalle famiglie o dal mondo esterno. Tra loro, secondo gli avvocati del Comitato pubblico contro la tortura in Israele (Pcati), ci sono almeno due civili senza accuse né processo: un infermiere catturato in servizio e un giovane venditore di cibo.

Reuters riporta invece i racconti di 5 ex funzionari Usa, secondo cui gli avvocati militari israeliani avevano avvertito di prove contro Israele a sostegno delle accuse di crimini di guerra a Gaza, durante operazioni con armi fornite da Washington.

Tre morti nei raid in Libano, tra cui un membro di Hezbollah. In due villaggi in Cisgiordania, i coloni israeliani hanno ferito 15 palestinesi durante la raccolta delle olive.

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